Il mondo del lavoro è in continuo mutamento. Negli ultimi due anni, come conseguenza dell’emergenza sanitaria, il cambiamento è stato più veloce, portando a un’ampia gamma di sfide totalmente nuove per le aziende come per i dipendenti. Quella che i professionisti si trovano a vivere ogni giorno può essere vista come una nuova epoca lavorativa, contraddistinta da una lunga serie di particolarità. Dopo un’analisi interna, abbiamo riassunto quelli che sono i più importanti trend del lavoro per il 2022 secondo i nostri esperti di recruiting e di sviluppo di carriera.
I 10 trend del lavoro per il 2022
- Green Pass: non si tratta di un aspetto interno al mondo professionale, ma di certo la sua incidenza lo porta a essere annoverato tra i 10 trend del lavoro per il 2022. Come è noto infatti a partire dal 15 febbraio entrerà in vigore l’obbligo di Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori, pubblici e privati, con almeno 50 anni. Questo significa che, per continuare a lavorare, tutti gli over 50 sono obbligati a sottoporsi come minimo a una prima dose vaccinale entro il 31 gennaio (in quanto il certificato verde viene attivato a partire dal 15° giorno dalla somministrazione). Per ora la fine dell’obbligo vaccinale per gli over 50 è fissata al 15 giugno.
- I settori in crescita: gli esperti di recruiting hanno già individuato quelli che saranno i settori in crescita per il 2022. Ancora una volta, come già nel 2020 e nel 2021, si avrà un anno caratterizzato dall’aumento della richiesta di forza lavoro nel campo della sanità, con numerose ricerche di medici, di infermieri, di Oss e di badanti. Si tratta di un trend di lungo corso: basti pensare che tra il 2020 e il 2021 sono stati assunti circa 21mila medici e circa 32mila infermieri. Ma il 2022 non sarà solo l’anno della sanità, con una crescita delle posizioni in settori come l’IT e i servizi, a partire dal commercio online.
- Job rotation: sono sempre di più gli esperti di sviluppo di carriera e di organizzazione aziendale che guardano con interesse alla job rotation, tanto da spingere a pensare che il 2022 sarà l’anno della sua grande diffusione. Si tratta di una tecnica nata già negli anni Novanta, e che consiste nella rotazione delle mansioni all’interno della medesima realtà aziendale. L’obiettivo principale è quello di far crescere i professionisti impiegati in azienda, che potranno così imparare nuove competenze mantenendo sempre una visione aperta e flessibile, senza mai irrigidirsi e senza mai smettere di crescere.
- Smart working: di certo tra i trend del lavoro per il 2022 non si può non parlare del lavoro agile, il quale come è noto, introdotto durante il periodo più caldo dell’emergenza pandemica, ha convinto molte aziende e molti lavoratori. Passata la fase emergenziale, l’accordo delle parti relativo al lavoro agile afferma che lo smart working sarà fruibile su base volontaria, attraverso alla sottoscrizione di un accordo individuale con diritto di recesso. Al di là della normativa, una cosa è certa: lo smart working resterà un fattore costante anche dopo la pandemia. Un recente rapporto del Politecnico di Milano riporta che progetti di lavoro agile strutturati o informali sono già presenti in oltre 8 grandi imprese su 10.
- Il posto di lavoro cambia: accanto ai lavoratori che resteranno in smart working, ovviamente, ci sono migliaia di dipendenti che torneranno in ufficio. Ma attenzione: l’ufficio non è più quello che si è conosciuto fino al 2019. L’ufficio moderno, la sede di lavoro ai tempi dello smart working, è infatti uno spazio che deve essere multifunzionale, e che deve permettere un’accessibilità che vada oltre i tipici orari lavorativi del passato. Non va poi scordata la sempre maggiore attenzione verso i temi della sostenibilità, che devono trovare concretizzazione anche in ufficio.
- Formazione continua: le aziende ne hanno bisogno per restare sempre competitive, i lavoratori più giovani la mettono al centro per scegliere un lavoro al posto dell’altro: la formazione continua sarà importantissima nel 2022 come lo è già stata in parte in passato. Per venire incontro alle mutate esigenze delle persone, però, la formazione sarà sempre più in formula e-learning.
- Obiettivi, non ore: l’esperienza del lavoro da remoto ha finalmente spostato l’attenzione di molte aziende dal conto delle ore lavorate al conto degli obiettivi raggiunti. A contare è quindi la produttività, al di là del tempo effettivamente passato alla scrivania: questo nuovo modo di pensare può aprire la strada, nei prossimi mesi o anni, all’adozione della settimana corta, o di altre formule più flessibili, a partire per esempio dalle ferie libere.
- Competenze digitali al centro: le competenze digitali sono e saranno sempre di più al centro del mercato del lavoro, per due motivi. Da una parte, infatti, sono in crescita le ricerche di profili digital, con tante posizioni che fanno fatica a essere coperte; dall’altra, le skills digitali sono richieste sempre di più anche ai lavoratori non prettamente digital. Il lavoratore deve infatti essere sempre più smart.
- In arrivo la Generazione Z: il 2022 vedrà una nuova ondata di ingressi nel mondo del lavoro da parte della Generazione Z, ovvero dei nati tra il 1997 e il 2012, conosciuti come i primi nativi digitali. Con il 2022 inizieranno a entrare in azienda anche i primi laureati di questa generazione, a rimarcare il fatto che la loro presenza sarà sempre più importante. I manager non possono sottovalutare la propensione della Generazione Z per la tecnologia, per il digitale e per l’ambiente social, nonché la sua attenzione peculiare verso temi come la diversità e l’inclusione.
- Quel che resta invariato: di certo i trend del 2022 mostrano un mondo del lavoro significativamente diverso, per esempio, a quello che abbiamo conosciuto fino al 2019. Ma tanti fattori restano ovviamente invariati: il compito delle aziende resta sempre quello di ricercare i migliori talenti attraverso processi di ricerca e selezione del personale gestiti in modo professionale, e successivamente di inserire in azienda gli assunti attraverso processi di onboarding attenti e strutturati, per proteggere l’investimento fatto.