Parliamo di talent retention: come è noto trovare i talenti giusti da inserire in azienda, soprattutto in certi settori, non è mai stato difficile come in questo periodo. Le esigenze dei business evolvono in fretta, mentre invece dall’altra parte le competenze necessarie faticano a formarsi. Ecco che si crea un ampio gap tra domanda e offerta, con le imprese che finiscono così per darsi battaglia intorno ai pochi professionisti presenti sul mercato: in una situazione di questo tipo, riuscire a individuare e ad attirare i talenti giusti diventa un fattore di competitività di importanza cruciale, nella consapevolezza che senza le giuste competenze la crescita dell’azienda diventa difficile o persino impossibile. Certo, per rendere il processo di selezione del personale più efficace, per portare in azienda i professionisti giusti anche quando il mercato sembra non offrire candidati, è possibile rivolgersi ai nostri cacciatori di teste, specializzati di volta in volta nelle divere aree di riferimento: grazie alla loro tecnica di caccia diretta, infatti, gli head hunter possono inserire nel pool di potenziali candidati anche dei professionisti non attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro, ma potenzialmente interessati a una nuova allettante offerta. Ma non basta riuscire a inserire i talenti in azienda, è necessario anche riuscire a trattenerli, in modo da far fruttare il proprio investimento. In un’epoca contrassegnata da tassi di turnover piuttosto alti e dall’alta frequenza di dimissioni volontarie, proteggere il capitale umano a propria disposizione non è sempre facilissimo: vediamo quindi i principali consigli di talent retention per la tua azienda.
Cos’è la talent retention
La talent retention, conosciuta anche come employee retention, è una delle sfide più importanti per qualsiasi azienda: si tratta infatti delle tecniche messe in campo da un’azienda per trattenere i dipendenti, riducendo al minimo il tasso di turnover, così da conservare al proprio interno competenze ed esperienze. Come è noto infatti l’impatto di un turnover eccessivo può essere devastante: si pensi al morale che si abbassa a ogni nuova dimissione, alla difficoltà di sostituire continuamente i collaboratori, ai costi dei processi di selezione del personale, allo sperpero di soldi per formare risorse che poco dopo lasciano l’azienda, e via dicendo.
Una buona strategia di talent retention si fonda prima di tutto sulla comprensione delle esigenze e dei bisogni dei dipendenti: capire cosa cercano i lavoratori e perché potrebbero pensare di andarsene è infatti fondamentale per dare loro ottimi motivi per restare.
Employee retention: come trattenere i talenti in azienda
Perché i dipendenti decidono di lasciare un’azienda? Per il bisogno di riconoscimenti o di miglioramenti che non arrivano, per raggiungere un miglior work-life balance, per andare incontro a uno stipendio maggiore o a dei benefit più sostanziosi, per affrontare nuove sfide, per la voglia di cambiare, per dei problemi insorti nel tempo con dei colleghi o con il management. Queste sono solamente alcune delle motivazioni che possono spingere dei collaboratori a guardare altrove; come evitarlo? Ecco dei suggerimenti per migliorare la talent retention nella tua azienda:
- Una selezione del personale più efficace: la talent retention inizia ancor prima del via del rapporto lavorativo, al momento della selezione del personale, durante i colloqui di lavoro e successivamente. Già a questo punto è infatti necessario capire cosa desiderano i candidati e cosa l’azienda può effettivamente offrire, per non far partire delle collaborazioni destinate a durare poco o pochissimo;
- Un processo di onboarding più curato: al termine del processo di selezione del personale inizia il processo di onboarding, e quindi dell’inserimento del nuovo lavoratore all’interno dell’azienda. Queste prime settimane di orientamento sono fondamentali per stabilire un rapporto costruttivo e sano con la nuova risorsa, e sono una parte cruciale della strategia di talent retention;
- Un buon tutoraggio: che si pensi a un tutor o a un mentore, è sempre bene affidare a ogni nuova risorsa una figura interna incaricata di fargli da guida all’interno dell’azienda, così da appianare ogni possibile ostacolo;
- Maggiore flessibilità: non ci sono dubbi, per trattenere i talenti in azienda è importantissimo offrire maggiore flessibilità, arrivando quando possibile allo smart working parziale o totale;
- Un ambiente di lavoro soddisfacente: sembra scontato, ma non lo è affatto. In un ambiente sereno di lavora meglio e più volentieri, e per questo è bene investire in questo aspetto per una buona talent retention;
- Retribuzione competitiva: la retribuzione non è certo tutto, ma per trattenere i collaboratori è importante avere la certezza che le retribuzioni offerte siano in linea con il mercato, o ancora meglio competitive;
- Impegno nella comunicazione: la comunicazione tra azienda e dipendenti – e viceversa – deve essere il più possibile trasparente. I subordinati devono sentirsi sempre nella possibilità di comunicare con il management, mentre i referenti devono promuovere una comunicazione positiva, franca e costruttiva;
- L’importanza dei feedback: è possibile programmare degli incontri trimestrali (o con altre frequenze) per fornire ai collaboratori dei feedback costruttivi, momenti che possono peraltro essere preziosi per lo sviluppo delle competenze delle risorse;
- Formazione e ancora formazione: un collaboratore soddisfatto è un collaboratore che cresce nel tempo, anche grazie a un impegno concreto dell’azienda nel campo della formazione:
- Riconoscimenti: un elemento della strategia di talent retention è il riconoscimento del lavoro fatto, nella consapevoelzza che ogni lavoratore desidera che i risultati raggiunti siano notati e apprezzati.
- Incentivi: è possibile sperimentare varie tipologie di incentivi per spronare i dipendenti a fare e a restare di più;
- Limiti all’orario: una buona pratica per la talent retention è quella di assicurarsi che i lavoratori non lavorino troppo, riducendo gli straordinari e invitandoli a prendere regolarmente delle pause, per godersi il tempo libero e la famiglia;
- Mobilità interna: si è visto che spesso a spingere i dipendenti verso altre aziende è la voglia di avere nuove sfide, o semplicemente il desiderio di fuggire la noia. Può quindi essere molto utile promuovere la mobilità interna, così da permettere il cambiamento senza contraccolpi per l’azienda
- Un percorso di carriera studiato con l’azienda: creare insieme a ogni dipendente dei piani di sviluppo individuali è importantissimo per mostrare un futuro per ogni collaboratore all’interno dell’azienda, sottolineando quanto sia importante per la dirigenza la crescita di ogni dipendente
- Sondaggi mirati: infine, per una buona talent retention è bene raccogliere informazioni sulle impressioni, sui desideri e sulle esigenze dei lavoratori preparando degli appositi sondaggi.