Far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro, aiutare le aziende a individuare i talenti necessari per restare competitive e, dall’altra parte, supportare i professionisti a trovare una posizione lavorativa soddisfacente, in linea con i propri obiettivi di carriera. È questo il ruolo di chi lavora in un’agenzia per il lavoro, realtà che però non sono particolarmente conosciute dai non addetti ai lavori. Spesso infatti si fa confusione tra agenzie di selezione del personale e agenzie interinali, senza quindi conoscere le caratteristiche delle prime e delle seconde. Che cos’è una società interinale, di cosa si occupa, e come funziona? Vediamo una guida completa per fare chiarezza su queste peculiari agenzie del lavoro.
Le diverse tipologie di agenzie del lavoro in Italia
Per capire cos’è una società interinale può essere molto utile fare prima di tutto un passo indietro, per scoprire che in Italia esistono diverse tipologie di agenzie del lavoro, già a livello normativo. In linea generale, con il termine “agenzia del lavoro” si fa riferimento a un’organizzazione che offre un servizio di intermediazione tra aziende e lavoratori. Ma non tutte queste realtà operano nello stesso modo oppure offrono i medesimi servizi. È infatti possibile parlare di:
• Agenzie di somministrazione
• Agenzie di ricerca e selezione del personale
• Società di outplacement
• Agenzie di intermediazione
Si parla in tutti i casi di realtà attive nell’intermediazione tra azienda e lavoratori, e quindi tra domanda e offerta di lavoro, che per essere operative devono essere registrate presso l’Albo delle Agenzie per il lavoro, istituito presso il Ministero del Lavoro. Mutano però in modo importante i servizi: vediamo dunque cosa si intende per società interinale.
Cos’è una società interinale?
In Italia si utilizzano i termini agenzia o società interinale per fare riferimento a quelle che, più propriamente, si chiamano agenzie di somministrazione. Va precisato fin da subito che la somministrazione del lavoro è un servizio che trova dei regolamenti ben precisi nella Legge Italiana, oggetto peraltro di cambiamenti importanti in anni recenti. Si parla nello specifico del decreto legislativo 81/2015, chiamato anche Jobs Act, e dal decreto legislativo 276/2003, individuato come Riforma Biagi, con tutti i seguenti aggiornamenti.
Per capire cosa è una società interinale è possibile guardare al rapporto di lavoro che si viene a creare nel momento in cui un’azienda si rivolge a una realtà di questo tipo per inserire nuovi membri all’interno del proprio team; se normalmente gli unici due soggetti coinvolti in un processo di questo tipo sono azienda e dipendente, nel caso della somministrazione del lavoro ci sarà anche un terzo soggetto, per l’appunto l’agenzia interinale.
Sono diversi i compiti che una società interinale assolve per l’azienda partner, ovvero:
• La ricerca dei candidati
• La selezione dei profili
• La gestione delle pratiche di assunzione
• La gestione amministrativa del personale assunto, comprese attività come la gestione delle buste paghe, la gestione del CUD, delle malattie, degli infortuni e via dicendo
• Infine, la gestione delle pratiche di fine rapporto
La differenza tra un’agenzia interinale e un’agenzia di selezione del personale
Viste le attività tipiche della società interinale, è più facile capire quali sono le differenze tra quest’ultima e un’agenzia di selezione del personale, quale è per esempio la nostra società di head hunting Adami & Associati. In entrambi i casi si parla di un lavoro di intermediazione tra talenti e aziende, in tutti e due i casi l’agenzia si pone come un tramite. Ma ci son grosse differenze.
Il lavoro di un’agenzia di selezione parte con le attività tipiche della ricerca del personale, e quindi dalla definizione delle figure professionali ricerate, per arrivare infine all’individuazione del migliore profilo, passando attraverso l’analisi dei soli candidati attivi o eventualmente anche dei candidati passivi. Diverso è invece il caso dell’agenzia interinale, la quale non si ferma alla selezione, andando di fatto ad assumere i profili selezionati come propri dipendenti, i quali così risultano legati non tanto all’azienda con cui lavoreranno, quanto all’agenzia di somministrazione. Come vedremo questa differenza ha parecchie conseguenze.
Perché le aziende si rivolgono a delle società interinali?
Cerchiamo ora di spiegare quali sono i motivi che spingono delle aziende a rivolgersi a una società interinale o di somministrazione anziché contattare, per esempio, una società di head hunting. Prima di tutto, a spingere da una parte oppure dall’altra sono i ruoli ricercati, nonché l’oggettiva difficoltà di reclutamento dei profili al centro della ricerca di personale: per la ricerca di profili qualificati, di manager, di dirigenti, di competenze rare e via dicendo, la scelta più naturale resta quella dell’agenzia di selezione del personale con head hunter specializzati nel settore di riferimento, laddove invece per ricerche meno difficoltose, che non richiedono per esempio la caccia diretta dei talenti, è possibile prendere in considerazione un’agenzia di somministrazione. Ma non è tutto qui.
Un’azienda potrebbe rivolgersi a un’agenzia interinale nel caso della ricerca di una marcata flessibilità contrattuale, per integrare in modo molto rapido delle risorse nel team, oppure per affrontare dei brevi picchi di lavoro: in quest’ultimo caso una società interinale può assicurare della manodopera per brevi o brevissimi periodi, cosa che altrimenti potrebbe risultare difficoltosa senza un supporto esterno di questo tipo. Va da sé che un’agenzia di somministrazione del lavoro permette all’azienda di ridurre le incombenze per la gestione interna delle assunzioni, ed è quindi vista di buon occhio laddove si incontrano situazioni di forte discontinuità nel carico di lavoro, magari con un ufficio del personale già di per sé oberato.
Perché i candidati si iscrivono a una società interinale?
Visto perché un’azienda potrebbe decidere di rivolgersi a una società interinale, vale la pena sottolineare anche quali potrebbero essere i vantaggi per i lavoratori assunti da un’agenzia di somministrazione (anticipando che nel prossimo paragrafo parleremo anche degli svantaggi). Di per sé, una persona che si rivolge a una società interinale lo fa prima di tutto per aumentare le possibilità di avere un lavoro in tempi brevi. Il contratto di somministrazione prevede inoltre l’indennità di disponibilità, ovvero, in caso di interruzione del rapporto di lavoro da parte dell’azienda “utilizzatrice”, del pagamento di una somma per il periodo in cui il lavoratore non è operativo.
Gli svantaggi del lavoro interinale
Usufruire di una società interinale presenta oltre ai pro anche dei contro. Abbiamo già anticipato in quali casi un’azienda potrebbe preferire un’agenzia di somministrazione e in quali casi, invece, risulta più efficace rivolgersi a delle agenzie di selezione del personale. Di certo, in generale, l’azienda che inserisce dei lavoratori per mezzo di contratti in somministrazione avrà maggiore difficoltà nella costruzione di un rapporto di fidelizzazione con la risorsa, che naturalmente sarà portata ad avere un minor attaccamento nei confronti dell’azienda. Il minor senso di appartenenza va quindi messo in conto; da parte loro, i lavoratori assunti in somministrazione hanno spesso a che fare con contratti di breve durata, e quindi con una maggiore incertezza, tale da ridurre da una parte la possibilità di pianificazione, e dall’altra la motivazione.
Il passaggio tra lavoro interinale e il lavoro in somministrazione
Come si è anticipato, ci si rivolge alle agenzie interinali anche con il termine agenzie di somministrazione. Quest’ultimo, a partire dal 2003, è in realtà il termine più corretto: il contratto di lavoro interinale è stato previsto nell’ordinamento italiano solamente fino a quell’anno, per essere sostituito per l’appunto dal contratto di lavoro in somministrazione, una novità volta a dare maggiori garanzie ai lavoratori. Il nuovo contratto prevede sempre tre soggetti, ovvero l’agenzia di lavoro (che diventa a livello formale il datore di lavoro), l’azienda utilizzatrice e il lavoratore, ovvero il somministrato.
Se nel caso del contratto interinale il rapporto di lavoro era per definizione provvisorio (va ricordato infatti che il termine latino “interim” significa esattamente questo) il contratto di lavoro in somministrazione prevede anche la possibilità di contratti a tempo indeterminato (per i quali si parla in gergo tecnico di staff leasing).
Contratto di somministrazione: come funziona?
Possiamo a questo punto vedere come funziona un contratto di somministrazione così come formulato da una società interinale, che può essere come visto a tempo determinato o indeterminato. Nel primo caso si dovranno rispettare queste regole:
• I contratti stipulati a tempo determinato non possono eccedere il 30% del totale dei lavoratori a tempo indeterminato presenti in azienda;
• La durata del contratto a tempo determinato può essere prolungata, a patto di possedere un assenso scritto da parte del somministrato; casi e durata della proroga devono riflettere le ipotesi già presenti nel contratto; va sottolineato che il CCNL delle Agenzie di somministrazione prevede un massimo di 6 proroghe nel caso di durata massima di 24 mesi;
• L’inizio e la fine del rapporto di lavoro devono essere comunicati al lavoratore in forma scritta;
• Il periodo di lavoro in somministrazione a tempo determinato presso l’azienda utilizzatrice non può oltrepassare la soglia dei 24 mesi; nel caso di diverse aziende utilizzatrici, la successione di contratti di lavoro a tempo determinato non può superare complessivamente i 48 mesi.
Nel caso di contratto in somministrazione a tempo indeterminato è bene sapere che:
• Il numero massimo dei contratti di questo tipo non può in nessun caso superare il 20% del totale dei lavoratori a tempo indeterminato assunti dall’azienda
• In tutti i casi, il somministrato è assunto dalla società interinale, che resta l’unica titolare del rapporto di lavoro.
