L’asset più importante di un’impresa è intangibile e immateriale. Si parla ovviamente del capitale umano, ovvero di tutto quell’insieme di competenze, esperienze ed emozioni degli individui che compongono una realtà. Per questo motivo la ricerca e la selezione del personale è un’attività fondamentale: poter contare sul servizio attento ed esperto di un cacciatore di teste specializzato significa garantire alla propria impresa i migliori talenti presenti sul mercato. Non sempre, però, quei talenti sono liberi; anzi, molto spesso si tratta di professionisti già occupati in altre aziende, le quali non di rado sono concorrenti dirette o indiretti. La domanda sorge quindi spontanea: quando rubare dipendenti alle aziende competitor è legale, e quando invece è illegale? Capire fino a dove è possibile spingersi per fare in modo di assumere i talenti delle imprese concorrenti può fare la differenza: esagerare vuol dire andare incontro a possibili guai giudiziari, mentre non tentare per nulla questa strada può voler dire compromettere fin da subito la qualità del proprio capitale umano. Vediamo quindi quali sono le regole di riferimento per capire quando si può e quando non si può rubare dipendenti alle aziende concorrenti.
Lo storno dei dipendenti
Partiamo con un po’ di lessico: esistono infatti dei termini precisi usati dagli addetti ai lavori per indicare l’atto di “rubare” i dipendenti alle aziende competitor. Un termine da conoscere in questo campo è quello dello storno dei dipendenti. Con queste parole si indica in maniera specifica l’azione di un ex dipendente, per esempio di un manager che a un certo punto decide di lasciare l’azienda X per avviare una propria attività nello stesso campo, e che successivamente cerca di convincere i vecchi colleghi a seguirlo in questa avventura.
Bisogna ovviamente avere ben chiaro in testa che proporre un’assunzione a una persona che ha un contratto in essere con un’altra azienda non è un atto illecito. Questo significa che in generale un imprenditore può muoversi piuttosto liberamente, con le più diverse tecniche e strategie, per assicurarsi i migliori collaboratori. Il problema è che, nel caso specifico dello storno dei dipendenti, non è impossibile incappare nella concorrenza sleale: in questo caso il fatto di rubare dipendenti alle aziende competitor diventa effettivamente illegale. Vedremo tra poco in quali casi si può parlare concretamente di concorrenza sleale nel campo dell’head hunting.
Il cherry picking
Nel campo del recruiting si parla anche di cherry picking, parole che in inglese indicano l’azione di raccogliere delle ciliegie. Così come quando si raccolgono questi frutti si ha la tendenza a spostare l’attenzione verso quelli più belli e buoni, allo stesso modo fare del cherry picking nel campo del recruting significa individuare all’interno di un’azienda i migliori talenti, ovvero i più giovani, i più promettenti, i più esperti. Quando si fa cherry picking nei confronti di un’azienda competitor i vantaggi sono diversi: si immettono competenze in azienda, si strappano competenze all’azienda concorrente, e ci si impadronisce di tecniche e strategie sviluppate dall’azienda precedente. Di per sé fare cherry picking non è assolutamente illegale, ma va detto che in alcuni casi questa azione, per come viene messa in campo, può essere considerata quantomeno esecrabile. In alcuni casi per esempio il cherry picking viene effettuato con l’aiuto di un insider, ovvero di una persona che agisce dall’interno dell’azienda competitor.
Le regole di riferimento
A definire se lo storno dei dipendenti e il cherry picking costituiscono di volta in volta un’azione legale o illegale sono ovviamente le leggi vigenti in Italia. Per capire se rubare dipendenti alle aziende competitor è reato è bene quindi guardare alla Costituzione e al Codice Civile.
Abbiamo per esempio già nominato la concorrenza sleale: questa viene definita dagli articoli 2598-2601 del Codice Civile. Qui si scopre che si può parlare di atti di concorrenza sleale quando un’azienda «si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda». Va peraltro detto che non di rado, al momento dell’assunzione, un dipendente firma un accordo di non concorrenza, con il divieto di avviare un’attività di concorrenza diretta per un certo periodo di tempo. Questo per evitare pratiche quali il già citato storno dei concorrenti.
Va però detto che la Costituzione, all’articolo 4 e all’articolo 41 presenta una serie di diritti garantiti alle aziende e agli imprenditori, tra i quali si trova anche il concetto di libertà di iniziativa economica quale presidio dei mercati. È quindi a partire dalla Costituzione che diventa difficile provare che un’azienda stia trasgredendo la legge “rubando” dei dipendenti ad altre azienda. Tanto più che, stando all’articolo 2118 del Codice Civile, ai lavoratori spetta l’assoluta libertà nella scelta dell’azienda con la quale collaborare.
Rubare dipendenti alle aziende competitor: quando è illegale?
Viste le leggi di riferimento, cerchiamo di capire nel concreto quando rubare dipendenti alle aziende competitor è illegale. Di fatto, il principio usato dalla giurisprudenza per delimitare il lecito dal non lecito è quello dell’animus nocendi: assumere dipendenti di un’azienda concorrente è reato nel momento in cui risulta evidente l’intento di danneggiare l’altra impresa.
Si può parlare di un comportamento illecito quando l’impresa alla quale vengono sottratti i dipendenti subisce uno shock tale da rendere impossibile la propria attività di offerta di servizi o di beni, proprio per le mancanze di personale specializzato; ma per parlare di un reale concorrenza sleale è necessario anche che l’azienda che ha “rubato” i dipendenti si sia appropriata di tecniche e conoscenze tali da comportare un’immediato e importante cambio di posizione sul mercato, senza affrontare né le spese economiche né i tempi necessari per la formazione dei propri dipendenti.
Sta quindi di volta in volta ai tribunali, in caso dell’accusa dell’azienda stornata, capire se l’assunzione di dipendenti altrui risultilecita o illecita.
Inserire nel proprio team grandi talenti è un passo fondamentale per favorire la crescita dell’impresa, e la nostra missione è quella di garantire il più efficace, rapido e produttivo processo di selezione del personale, agendo sempre in modo perfettamente lecito ed etico.