La selezione del personale, oggi
All’interno delle nostre agenzie di ricerca e di selezione del personale il modo di lavorare, negli ultimi anni, è profondamente cambiato. Nelle migliori agenzie di recruiting, il modo di agire non si è solamente trasformato, ma si è evoluto. Certo, in tutte le sfere professionali la digitalizzazione ha portato ad un forzato adeguamento delle pratiche tradizionali, ma in questo preciso settore i nuovi mezzi messi a disposizione dalla rete hanno permesso di affinare ancora di più la ricerca, la selezione e la gestione dei talenti. Insomma, quella in cui ci troviamo è davvero un’agenzia di recruiting degna del nuovo millennio. Si parla infatti sempre più di social recruiting, a sottolineare l’ormai fondamentale e imprescindibile connessione tra il processo di ricerca del personale e il mondo dei social network; ma si parla anche di una crescente convergenza tra il recruiting ed il marketing.
Il recruiting si tuffa nel marketing
Cosa c’entra il lavoro di un’agenzia di marketing con quello di un’agenzia di recruiting? Il collegamento è più concreto di quello che potrebbe sembrare, e lo sarà via via sempre di più: quando si parla di talenti professionali, infatti, un posto vacante lavorativo deve essere trattato proprio come un prodotto da promuovere nei confronti di un target specifico, ovvero verso la figura professionale più adatta a quell’impiego in quella determinata azienda. Il potenziale candidato, dunque, va trattato come un potenziale cliente, e un’agenzia di recruiting deve essere in grado di promuovere al meglio la propria azienda cliente, il suo brand.
Il consumatore-tipo della Coca Cola deve desiderare e quindi acquistare quella bevanda, mentre il lavoratore-tipo della Coca Cola… beh, deve aspirare a lavorare all’interno di quella compagnia! Anche nel secondo caso, però, ci vuole la giusta promozione, affinché davvero, passando al di sotto degli uffici della Coca Cola, dei potenziali candidati sospirino «Ah! Quanto sarebbe bello poter lavorare lì dentro!». L’HR Manager, il recruiter, il cacciatore di teste, tutte queste figure si stanno pian piano avvicinando al campo del marketing strategico. Ed è esattamente questa, senza ombra di dubbio, l’evoluzione che spetta a qualsiasi agenzia di recruiting.
L’agenzia di recruiting e la ricerca di talenti
Ma cos’è, dunque, il recruiting marketing? È possibile definire in modo preciso questa nuova tendenza che sta rivoluzionando dall’interno l’agenzia di recruiting come la conosciamo? Una definizione semplice può essere questa: è quella disciplina che sfrutta ai fini della ricerca e della selezione del personale i principi tipici del marketing, per attrarre, allevare e quindi assumere i migliori talenti per le proprie aziende clienti. La tua azienda cerca da mesi un particolare top manager ma non riesce a trovarlo? Peggio ancora, i tuoi migliori candidati ti vengono di volta in volta rubati dalla concorrenza?
Nella ricerca di dirigenti e di quadri, un’agenzia di recruiting capace di sfruttare i principi del marketing è più che mai essenziale, in quanto più una figura ricercata deve essere talentuosa, più quella stessa figura avrà un’ampia gamma di scelta. Per questo motivo la tua azienda deve essere in grado di attirare l’attenzione del candidato. Tutti i più capaci selezionatori sanno del resto benissimo che per attrarre un dirigente aziendale non basta un annuncio di lavoro, ma serve invece infondere nel potenziale candidato la giusta ispirazione, condividere con lui i più attraenti obiettivi aziendali e il più adatto spirito di squadra.
Una strategia per pochi
Stando ai risultati dello studio ‘Recruitment Marketing: fad or future?’ di ICIMS, l’86% dei recruiter pensa che l’avvicinamento tra il marketing ed il mondo del recruiting non sia solo indubbio, ma che costituisca inoltre una strategia efficace per attrarre i migliori candidati per le proprie aziende clienti. Come spesso accade, laddove l’adozione delle tecniche di marketing nella ricerca e nella selezione del personale negli Stati Uniti è ormai praticamente una routine, in Italia non sono molte le agenzie di recruiting che hanno già fatto questo salto, e questo significa che i cacciatori di teste in grado di sfruttare queste nuove strategie ricoprono di fatto una posizione di grande vantaggio. Se infatti negli Usa quasi tutte le aziende puntano sulle strategia marketing per attirare i migliori clienti, in Italia le realtà davvero capaci di gestire processi di questo tipo si possono contare sulle dita di una mano, così da restituire -a chi se ne serve- un livello di efficacia senza paragoni.
Attirare il più capace top manager verso la propria azienda
Quando si parla di veri talenti professionali, dunque, è come confrontarsi con un consumatore pignolo e dai gusti raffinati. Selezionare il migliore dei top manager, per un’agenzia di recruiting, è un po’ come convincere un potenziale cliente a scegliere esattamente il suo brand rispetto a tutti gli altri: non c’è più un solo tipo di detersivo, né di shampoo, anzi, la scelta è quasi infinita, proprio come quella che si pone davanti ad un professionista talentuoso. In questi casi, infatti, un recruiter deve riconoscere l’effettivo passaggio di potere dalla parte delle aziende verso la parte dei candidati: non è più solo il candidato a dover promuovere la propria figura, ma è la stessa azienda a dover esaltare il proprio lavoro.
Il Candidate Journey
Se un candidato si pone di fronte al prossimo salto di carriera come se si trovasse alla prese con un acquisto di importanza cruciale, va da sé che un’agenzia di recruiting deve sapere sfruttare le più brillanti strategie tipiche del marketing. Se dunque un marketer si occupa di studiare il consumer journey, ovvero il percorso che porta un semplice utente a diventare un cliente, un cacciatore di teste deve essere in grado di analizzare il candidate journey: ti sei mai chiesto per esempio quanto tempo spenda un candidato nella ricerca delle informazioni sulla tua azienda prima di inoltrare effettivamente la sua candidatura?
Ebbene, laddove il 17% delle persone dedica a questa azione meno di 60 minuti, il 23% arriva ad impiegare più di 5 ore del proprio tempo. In questo intervallo, dunque, visiteranno il sito istituzionale, il blog aziendale, i profili social (con i quali forse vorranno interagire), cercheranno ulteriori annunci di lavoro della vostra azienda, e cercheranno persino le opinioni dei tuoi attuali dipendenti (attraverso strumenti online come Glassdoor.com). E questo è solo uno dei tanti esempi che dimostrano come la ricerca di un posto di lavoro sia cambiata completamente, soprattutto ai livelli più alti, rendendo indispensabile l’adozione di nuove tecniche anche dall’altra parte della barricata!
Vuoi sfruttare a favore della tua azienda le più innovative tecniche di social recruiting? Scegli gli head hunter di Adami&Associati!