Quando e come chiedere un anno sabbatico a lavoro? Stando alla piattaforma Gusto, che si occupa di payroll, a partire dall’emergenza sanitaria la percentuale di dipendenti che ha deciso di cehidere un anno sabbatico – e che l’ha ottenuto – è stata in forte aumento. Certo: in Italia questo congedo lavorativo è usato da pochi, pochissimi. Ma a desiderarlo sono in realtà in tanti: già nel 2019 Airbnb aveva effettuato un sondaggio, scoprendo che il 65% degli italiani sogna di concedersi un congedo gap year di questo tipo. Ma chi può chiedere un anno sabbatico? E come deve essere effettuate la richiesta?
Cos’è l’anno sabbatico
Abbiamo già visto in un articolo precedente cos’è l’anno sabbatico a lavoro, approfondendo in particolare gli aspetti normativi e i doveri delle aziende. Qui dunque ci limiteremo a sintetizzare le caratteristiche principali di questo congedo lavorativo. Si tratta di un periodo di astensione dal lavoro che dura fino a 11 mesi (può durare fino a 2 anni solamente se motivato da gravi e documentate motivazioni familiari). Durante questo periodo di assenza il lavoratore non percepisce nessuno stipendio, si fermano i contributi previdenziali, e si bloccano anche gli scatti di anzianità. E ancora, va sottolineato che chiedere un anno sabbatico e ottenerlo significa non avere la possibilità, in quel periodo, di avere altri rapporti lavorativi retribuiti. Al termine del periodo di congedo, il dipendente verrà normalmente re-inserito in azienda, con la certezza cioè di non vedersi sottrarre il proprio precedente posto di lavoro. La legge a cui fare riferimento è la Legge 8 marzo 2000, n. 53.
Chi può chiedere un anno sabbatico e come
Vediamo ora quando e come chiedere un anno sabbatico. Non tutti i lavoratori possono presentare questa richiesta: il periodo di congedo è infatti riservato ai soli lavoratori dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato. Restano quindi esclusi i dipendenti con contratti a tempo determinato. Ma non è tutto qui: possono chiedere un anno sabbatico solamente i collaboratori che possono vantare un’anzianità di almeno 5 anni in azienda, e che non hanno già usufruito in passato di questo particolare permesso. Tutto questo vale sia per chi lavora nel settore pubblico, sia per chi lavora nel settore privato.
Passiamo ora come si chiede un anno sabbatico. La richiesta deve essere presentata in forma scritta, e all’interno della domanda devono essere presenti sia le motivazioni che spingono a chiedere questo gap year, sia un’indicazione delle attività che si intendono svolgere durante il periodo di assenza da lavoro.
Per chiedere un anno sabbatico al proprio datore di lavoro è bene inoltre prendersi per tempo: il minimo è 30 giorni, ma consigliamo di aumentare l’anticipo, per facilitare la gestione del congedo all’azienda.
Gli obblighi dell’azienda
Definiti i lavoratori dipendenti che possono chiedere un anno sabbatico al proprio datore di lavoro, vale la pena gettare lo sguardo al di là della scrivania: l’impresa, infatti, non è in alcun modo obbligata a concedere ai propri dipendenti il congedo sabbatico richiesto. È quindi bene curare al meglio la presentazione della domanda, spiegando nel dettaglio i motivi che spingono in questa direzione, e illustrando inoltre i vantaggi per l’azienda stessa, in termini di immagine, di competenze che si raccoglieranno durante il periodo di assenza, di maggiore produttività una volta rientrati, e via dicendo.
Le motivazioni del gap year
La legge italiana – la già citata Legge 8 marzo 2000, n. 53 – indica delle motivazioni chiare e precise per chiedere un anno sabbatico. Viene per esempio citata la formazione, con dei lavoratori che possono quindi fare richiesta di un periodo di congedo per ottenere una licenza, un diploma, una laurea, oppure per seguire un qualsiasi altro corso; e ancora, la legge dice che è possibile richiede un periodo sabbatico per la cura del proprio cari. Altre motivazioni vengono poi citate dai diversi CCNL, talvolta con particolari disposizioni a livello di durata: è il caso per esempio del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i lavoratori addetti al settore elettrico del 18 luglio 2022, che prevede, in caso di “opportunità di accrescimento delle conoscenze, competenze e professionalità del lavoratore o a situazioni familiari rilevanti” di chiedere dei congedi fino a 24 mesi.
Diversi CCNL presentano inoltre dei riferimenti alle attività di volontariato, con il CCNL per i dipendenti dei settori del Credito e Finanza 2022/2025 che per esempio cita tra le motivazioni concrete per la richiesta di congedi e di aspettative anche la possibilità di effettuare delle attività di soccorso in ambito alpino o speleologico.
Cosa fare durante l’anno sabbatico
Prima di chiedere un anno sabbatico al proprio datore di lavoro è bene decidere come si vorrà sfruttare questo periodo di congedo: per motivi organizzativi, ma anche perché, come visto, la regola generale prevede di inserire già nella lettera scritta di richiesta le attività che si svolgeranno (poiché la durata massima dell’assenza dipende come detto anche dal cosa si farà).
Spesso l’anno sabbatico è necessario per prendersi cura dei propri cari. Altre volte ancora può essere sfruttato come momento di crescita personale, in diversi modi: è possibile optare per dei corsi di formazione, oppure, eventualmente, per delle attività di volontariato. Non di rado inoltre l’anno sabbatico viene impiegato per viaggiare, e quindi per esaudire il sogno di una vita, per staccare davvero la spina dai soliti ritmi, per lasciarsi lo stress alle spalle.
Chiedere un anno sabbatico: i vantaggi per il dipendente
In certi casi, come si è visto, l’anno sabbatico è una vera e propria esigenza: pensiamo a chi si deve prendere cura di un familiare in difficoltà, o a chi non sente di non reggere più lo stress causato dal lavoro, e che ha quindi bisogno di una lunga pausa.
Ma non è tutto qui. Con un anno sabbatico è possibile realizzare qualcosa che lavorando normalmente non sarebbe mai possibile fare, dal viaggio alla scrittura di un libro, per arrivare all’attività di volontariato. È inoltre possibile migliorare il proprio CV, con corsi di formazione, o con attività a titolo gratuito; ed è inoltre possibile ritornare con più energie, più voglia di fare, per dare nuovo slancio alla propria carriera professionale.