Da sempre, tra i principali nemici delle aziende quanto a gestione delle risorse umane, c’è l’assenteismo. La Treccani definisce l’assenteismo come “l’essere frequentemente o abitualmente assente dal luogo di lavoro, di studio, o da altri luoghi di riunione e di partecipazione a cui si avrebbe l’obbligo, anche soltanto morale o sociale, d’intervenire”. Ecco allora che con questo termine, in campo aziendale, si indica la ripetuta assenza dal lavoro da parte di un collaboratore, attestata o meno da certificazione medica, ma dovuta in realtà a un ridotto senso del dovere. Va però detto negli ultimi anni si sono comprese sempre di più le conseguenze negative dell’esatto opposto dell’assenteismo, ovvero del presenteismo. Di che cosa si tratta, e come è possibile ridurre il presenteismo in azienda?
Cosa il presenteismo
Parlare di presentismo vuol dire fare riferimento alla situazione in cui, sul posto di lavoro, un collaboratore decide di essere presente e di continuare a lavorare nonostante delle condizioni di salute tutt’altro che positive. Se da un primo e fugace punto di vista il presenteismo potrebbe essere visto come un elemento positivo, in realtà nasconde diversi svantaggi per l’azienda. E certo potrebbe sembrare strano che in un paese che da sempre ha a che fare con assenteisti e furbetti del cartellino il presenteismo costituisca un vero problema. Eppure è proprio così: anche in Italia il presenteismo è assolutamente diffuso, tanto da costituire un problema per diverse aziende. In seguito al Covid-19, e quindi in seguito a una pandemia caratterizzata da un virus altamente contagioso, oggi è ancora più chiaro quanto possa essere negativo il presentarsi sul luogo di lavoro nonostante delle condizioni fisiche pessime. Ma per quale motivo vi è una certa tendenza al presenteismo?
Perché tante persone sono spinte verso la presenza incondizionata
Sono molti i manager d’azienda pronti a confermare che nella propria organizzazione ci sono effettivamente dei problemi di presenteismo, ovvero di dipendenti malati che si presentano comunque sul luogo di lavoro. Indubbiamente la dimostrazione più concreta di presentismo è quella del lavoratore che, pur mostrando dei chiari sintomi di malattia, decide comunque di recarsi in ufficio; ma altri segnali di un certo fanatismo verso il luogo di lavoro – con tutte le conseguenze negative che vedremo tra poco – sono il fatto di presentarsi spesso in anticipo sull’orario di lavoro, di trattenersi in ufficio ben oltre l’orario consentito, di non concedersi piccole pause durante la giornata lavorativa, di non usufruire se non eccezionalmente di ferie e permessi, e vai dicendo.
Questa tendenza può essere la conseguenza diretta di una profondo radicamento – nel mercato italiano – di una certa cultura dello stakanovismo, cosa che per esempio non accade nei paesi scandinavi. Si parla quindi della convinzione secondo la quale il successo professionale sia il figlio di un allungamento senza limiti dell’orario di lavoro. Ad alimentare il presenteismo possono poi essere le aspettative irrealistiche del datore di lavoro e l’insicurezza del dipendente, entrambi fattori che possono peggiorare di parecchio la situazione in presenza di una cultura che faccia percepire la malattia come qualcosa di socialmente poco accettato.
Ma il presenteismo può essere in realtà molto negativo, non solo per il lavoratore, anche per l’azienda.
Le conseguenze negative del presenteismo
- La possibilità di contagio: tra i principali fattori negativi del presenteismo vi è ovviamente la possibilità di contagiare altri dipendenti. Talvolta si parla infatti di malattie contagiose, e quindi di virus che se portati in azienda possono comportare la creazione di un piccolo focolaio: dalla semplice influenza stagionale fino al Covid-19, un virus può mettere k.o. un intero team di lavoro. Se un’azienda può superare senza alcun problema l’assenza di un dipendente per alcuni giorni, può invece avere enormi problemi nell’affrontare l’assenza contemporanea di un numero elevato di collaboratori. Per questo motivo chi presenta sintomi collegabili a una malattia contagiosa dovrebbe sicuramente evitare di presentarsi sul luogo di lavoro, perlomeno fino a degli accertamenti.
- Produttività ridotta: chi si presenta in ufficio anche quando non dovrebbe lo fa per dimostrare al proprio datore di lavoro di fare tutto il possibile per affrontare al meglio i propri compiti. In realtà, però, il dipendente malato che decide comunque di presentarsi in ufficio non potrà che presentare delle performance ridotte, peraltro a fronte di una paga normale. Un discorso simile si potrebbe peraltro fare anche a riguardo del dipendente che permane in ufficio altre il dovuto, e che non prende delle pause sufficienti: in quel caso si profila un carico eccessivo di stress e un eventuale burnout, che a loro volta possono ridurre le performance complessive.
- Maggiore tempo di recupero: molto spesso una malattia non curata per tempo si trasforma in una patologia ancora più grave e pesante, tale da costringere anche i più testardi a prendersi dei giorni di malattia. Non è affatto raro ritrovarsi così con un dipendente che, anziché prendersi due giorni di malattia per curarsi immediatamente, finisce per restare assente per tre o più giorni, proprio per non aver affrontato nel modo corretto i sintomi fin dal primo giorno.
Come ridurre il presenteismo sul luogo di lavoro
Si è visto quindi che il presentismo può causare danni importanti in azienda. Come ridurre quindi questo comportamento pericoloso per il business nel suo complesso?
- Promuovere il benessere: il primo passaggio per ridurre il presenteismo è quello di promuovere una cultura del wellness e del benessere, eventualmente con dei programmi appositi. In questo modo i dipendenti saranno più attenti alla loro salute, e tenderanno in ogni caso ad ammalarsi di meno.
- Adottare una nuova cultura aziendale: certe aziende hanno promosso per anni – anche indirettamente e persino inconsapevolmente – delle forme di moderno stakanovismo. Per evitare degli eccessi e i loro conseguenti effetti negativi è bene invece dare il buon esempio: i primi a dover prendere di giorni di malattia quando necessario devono essere i manager.
- Migliorare la comunicazione: migliorare la comunicazione in azienda aiuterà i manager a individuare i lavoratori più ansiosi, con maggior probabilità di lavorare più ore o di presentarsi al lavoro malati per via di una loro insicurezza.
- Offrire maggiore flessibilità: la possibilità di lavorare da casa quando necessario, la possibilità di posticipare l’entrata a lavoro oppure l’uscita dall’ufficio, e via dicendo. Dare maggiore flessibilità permette di dare respiro ai dipendenti, che inizieranno così a guardare in modo più salutare all’azienda.