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Cos’è il licenziamento per giusta causa e quando è possibile

Tutti hanno sentito parlare di licenziamento per giusta causa, ma pochi sanno realmente di cosa si tratta, e quando è possibile o meno farvi ricorso; altri ancora confondono il licenziamento per giusta causa con il licenziamento per giustificato motivo. In qualità di agenzia di ricerca e selezione del personale, le nostre competenze si concentrano intorno al campo dell’head hunting: per offrire un servizio quanto più efficace sia alle aziende che ai candidati però, i nostri consulenti conoscono approfonditamente anche gli aspetti giuslavoristici connessi ai temi di assunzione e di licenziamento. Oggi abbiamo deciso di fare un breve approfondimento, in cui chiariremo i confini del licenziamento per giusta causa, a beneficio di aziende e di dipendenti.

Cos’è il licenziamento per giusta causa?

Il licenziamento per giusta causa è quell’istituto per cui un datore di lavoro può recedere un rapporto di lavoro – sia questo a tempo indeterminato o a tempo determinato – senza rispettare alcun termine di preavviso, nel momento in cui una causa grave è tale da non permettere in alcun modo la prosecuzione del rapporto di lavoro, nemmeno per un periodo di tempo minimo. Si tratta, quindi, di un licenziamento eccezionalmente senza preavviso, così come regolato dal Codice Civile, all’articolo 2119. Qui si parla di “una causa che non consenta la prosecuzione del rapporto di lavoro”, senza definire però nel dettaglio quali comportamenti del dipendente possono rientrare in questa categoria e quali invece non possono essere additati come motivo bastante per un licenziamento per giusta causa.

I contratti collettivi, inoltre, presentano delle specifiche ulteriori che, seppur non esaustive, permettono di comprendere meglio in quali casi è possibile procedere con il licenziamento senza preavviso. Nel corso degli anni, la giurisprudenza ha via via delimitato i confini della gravità degli illeciti disciplinari, dando nuove definizioni al concetto stesso di ‘giusta causa’. A cambiare ulteriormente le cose è intervenuta tra l’altro anche la modifica del 2012 – Legge Fornero – dello Statuto dei Lavoratori, con la quale la tutela di reintegro è stata limitata ai soli casi di licenziamento illegittimo in cui il giudice dichiari l’insussistenza del fatto contestato. Di seguito elencheremo quando è possibile o meno procedere con il licenziamento per giusta causa. Prima, però spiegheremo la differenza tra licenziamento per giusta causa e licenziamento per giustificato motivo.

La differenza tra licenziamento per giusta causa e licenziamento per giustificato motivo oggettivo e soggettivo

Leggendo i rispettivi nomi, questi istituti potrebbero sembrare estremamente simili, ed è probabilmente per questo che molte persone confondono il licenziamento per giusta causa con quello per giustificato motivo. Si tratta però di elementi molto differenti. Il licenziamento per motivo soggettivo prevede l’obbligo di preavviso da parte del datore di lavoro, che deve quindi avvisare il dipendente con tutto l’anticipo indicato in sede di contrattazione collettiva: il giustificato motivo soggettivo per il licenziamento si chiama in causa nel momento in cui il dipendente viene meno agli obblighi contrattuali con il datore di lavoro. È diverso il discorso per quanto riguarda il licenziamento per giustificato motivo oggettivo: in questo caso il dipendente viene licenziato a causa di un suo comportamento dannoso, il quale porta a dei danni in termini tecnici, produttivi e organizzativi non solo al datore di lavoro ma all’intera impresa. Anche in questo caso è previsto un preavviso, diversamente da quanto accade con il licenziamento per giusta causa.

Quando è possibile licenziare per giusta causa

Il licenziamento per giusta causa è attuabile da parte dell’azienda nel momento in cui viene meno il rapporto di fiducia tra impresa e dipendente, a causa di un comportamento scorretto di quest’ultimo. Ecco alcuni dei principali comportamenti che possono portare a un licenziamento per giusta causa, e quindi senza preavviso, anche in caso di contratto a tempo indeterminato:

  • Falsa malattia o falso infortunio: è possibile procedere con un licenziamento per giusta causa nel momento in cui viene dimostrata la falsità della causa inabilitante alla prestazione lavorativa, e quindi quando si scopre che un dipendente ha ‘finto’ un malessere per sottrarsi dal lavoro;

 

  • Assenteismo: nel momento in cui un dipendente è assente ingiustificato da lavoro, è possibile procedere con licenziamento senza preavviso.

 

  • Il rifiuto di trasferimento: un’azienda può avere il bisogno di trasferire una squadra di lavoratori oppure un singolo dipendente in una propria filiale, o in un’altra sede lavorativa. Nel momento in cui il dipendente si rifiuta in modo ingiustificato di lavorare nella nuova sede, l’azienda può licenziarlo;

 

  • Il rifiuto di lavorare in un altro reparto: allo stesso modo, un’azienda può procedere con il licenziamento per giusta causa quando un dipendente, senza giustificazione, si rifiuta di lavorare in un altro reparto;

 

  • Uso improprio dei permessi: le legge 104, come è noto, prevede dei permessi retribuiti per le persone che assistono dei familiari con handicap. Si parla in genere di 3 giorni di permesso al mese, oppure, in determinati casi, di due ore di permesso ogni giorno. Se un dipendente abusa di questi permessi può essere licenziato senza alcun preavviso.

 

  • Violazione del patto di non concorrenza: il dipendente che svolge un secondo lavoro in esplicito contrasto con gli interessi dell’azienda può essere licenziato;

 

  • Assenze ripetute durante le visite fiscali: il dipendente che più volte non si rende disponibile per delle visite fiscali può essere licenziato per giusta causa;

 

  • Furti o danneggiamenti: il dipendente che ruba all’azienda o che danneggia intenzionalmente i beni dell’impresa, in modo da sabotarla, può essere licenziato per giusta causa.

 

  • Insubordinazione: nel momento in cui un dipendente si mostra insubordinato e reagisce in modo verbale o fisico può essere licenziato senza preavviso.

Quando non è possibile il licenziamento per giusta causa

Solo in determinati casi, quindi, è possibile licenziare per giusta causa. Per molte altre situazioni è necessario percorrere altre vie, meno brusche. Nel momento in cui l’azienda fallisce, per esempio, non è possibile ricorrere a questo licenziamento senza preavviso, il quale non è possibile nemmeno in caso di cessione dell’impresa o in vista di una liquidazione coatta amministrativa. Nemmeno l’incapacità del dipendente nello svolgere il proprio ruolo, tra l’altro, può essere una giusta causa per un licenziamento senza preavviso.

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