Il significato dell’espressione “head hunter” coincide con quella italiana di “cacciatore di teste” e serve a indicare le persone che scelgono i migliori candidati e li collocano nelle posizioni migliori. Headhunting è quindi un’espressione coniata nel mondo anglosassone, che nel corso degli anni ha acquisito sempre più popolarità, diventando uno dei termini più comuni nel mondo della selezione del personale e della ricerca dei talenti. Nell’ambito delle risorse umane, infatti, ci si riferisce con questa espressione al processo di executive search, ovvero la ricerca di una figura professionale di alto livello che risponda agli specifici requisiti di un’azienda.
- Head hunter: chi e cosa fa
- La differenza tra cacciatore di teste e recruiter
- La differenza tra candidati attivi e passivi
- Le strategie di Head Hunting
- L’Head Hunter e l’executive Serch
- Executive Head Hunting: La Selezione dei Manager
- Come finire nel mirino dei cacciatori di teste
- Le Caratteristiche dei Migliori Head Hunter
- Adami: Società di Head Hunting specializzata
Head hunter: chi e cosa fa
Un head hunter nel gergo aziendale indica chi è alla ricerca, per conto terzi, di personale altamente qualificato per aumentare la qualità dell’organico, permettendo all’azienda di superare e anticipare la concorrenza. Dopo aver lavorato su un target con l’azienda committente, il processo di head hunting procede con uno scouting, al fine di stilare un elenco di possibili candidati che verranno poi sottoposti ad un colloquio. È chiaro come la scelta di rivolgersi a un professionista per il processo di selezione del personale sia più comune per profili medio-alti, per talenti qualificati o con requisiti molto specifici: l’intervento del selezionatore infatti non si limita alla fase di reclutamento, dallo screening dei candidati e dei rispettivi curriculum al colloquio vero e proprio, ma parte dall’analisi delle esigenze specifiche dell’azienda, che verrà consigliata fin da subito sul tipo di requisiti da ricercare.
La differenza tra cacciatore di teste e recruiter
Prima di approfondire l’attività dell’head hunter vale certamente la pena fare luce sulla differenza tra l’attività di quest’ultimo e quella del recruiter: le aziende che cercano un supporto in outsourcing per la selezione dei talenti potrebbero infatti avere difficoltà del distinguere queste due figure. In entrambi i casi si ha a che fare con dei professionisti del mondo HR, ambedue specializzati nella ricerca e nella selezione del personale. In che modo dunque l’attività di questi professionisti differisce? Il tipico recruiter supporta le aziende nella ricerca di personale imbastendo dei processi classici, a partire quindi dalla creazione di un annuncio di lavoro: il target a cui guarda il recruiter sono le persone alla ricerca di lavoro, più o meno specializzate. L’head hunter si muove invece in modo diverso.
Se il recruiter restringe la ricerca alle persone in cerca di lavoro, il cacciatore usa una lente differente, guardando esclusivamente alle persone con l’esperienza, le competenze e le qualifiche richieste per ricoprire al meglio la posizione vacante. Queste due prospettive portano a dei processi sostanzialmente differenti: se il recruiter pubblica un annuncio e aspetta che delle persone in cerca di lavoro rispondano con delle candidature, l’head hunter procede con la caccia diretta dei talenti, a prescindere dalla loro effettiva ricerca di un nuovo lavoro.
La differenza tra candidati attivi e passivi
Da quando visto qui sopra, per capire realmente il lavoro di un head hunter diventa fondamentale capire in che modo il suo metodo differisce da quello dei classici selezionatori: da una parte abbiamo come visto la ricerca a partire dalla pubblicazione di un annuncio di lavoro, mentre da questa abbiamo la caccia diretta. Conseguenza diretta è lo sviluppo di due bacini differenti su cui verrà poi fatta l’effettiva selezione del personale: il recruiter lavorerà su dei candidati attivi, e dunque attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro; l’head hunter su dei candidati passivi, ovvero su persone che non sono alla ricerca attiva di una nuova occupazione.
Negli ultimi anni i candidati passivi sono diventati via via sempre più attrattivi per le aziende. Il motivo è subito spiegato: in un mercato del lavoro in cui è sempre più difficile – soprattutto in determinati settori e per specifiche posizioni – trovare dei talenti competenti e aggiornati, succede spesso di avviare dei processi di selezione classici, pubblicando cioè un annuncio di lavoro, per trovarsi poi con un numero estremamente ridotto di candidati che rispondano ai requisiti minimi. Ecco che allora la capacità stessa di organizzare dei processi di selezione del personale efficaci diventa un’arma preziosa contro i competitor, nella consapevolezza che chi mette le mani sulle poche competenze presenti sul mercato acquista un vantaggio significativo sul breve e sul lungo termine.
In questo scenario si inserisce in modo sempre più evidente l’azione del cacciatore di teste, che presenta alle aziende in cerca di talenti dei candidati passivi. Parliamo quindi di professionisti che presentano l’esperienza e le competenze ricercate dall’azienda, ma che non sono all’attiva ricerca di un’occupazione, e che quindi molto probabilmente non potrebbero essere in alcun modo attirati da un annuncio di lavoro, che semplicemente non verrebbe visto.
In sintesi, quindi, il candidato passivo è:
- un professionista con le competenze e le esperienze professionali ricercate dall’azienda;
- un professionista che non è alla ricerca di un lavoro, ma che una volta contattato dall’head hunter prende in considerazione un cambiamento di carriera;
- nell’istante in cui accetta di partecipare al colloquio di lavoro, può essere inteso come un professionista realmente interessato a lavorare nella nuova azienda, non essendoci in campo altre pressioni;
- un professionista che, non essendo coinvolto in altri processi di ricerca e selezione, può concentrasi esclusivamente su questa nuova opportunità.
Non ci sono dubbi: in un mercato del lavoro dominato da un sempre più importante gap tra domanda e offerta, nonché da una diffusa carenza di competenze specialistiche, poter contare sull’inserimento di candidati passivi in un processo di ricerca del personale può fare una grande differenza. Da qui dunque il vantaggio principale di affidarsi a degli head hunter, soprattutto se specializzati in una ben precisa nicchia di mercato.
Le strategie di Head Hunting
Praticamente tutti conoscono in linea generale il metodo seguito dal classico recruiter per il processo di ricerca e di selezione del personale. Non si può però dire lo stesso per quanto riguarda le strategie usate dall’head hunter. Se nel primo caso lo scouting parte con la realizzazione di un annuncio di lavoro nel momento esatto in cui un’azienda sente l’esigenza di inserire una nuova risorsa, nel caso del cacciatore di teste parte molto prima, e anzi può essere visto come un processo ininterrotto: tutto si fonda infatti sullo sviluppo e sulla cura di una rete di contatti, ovvero di un network che si arricchisce di continuo di talenti.
Si capisce quindi quanto sia vantaggioso per un’azienda rivolgersi, per la ricerca di professionisti qualificati, a degli head hunter specializzati in un determinato settore: sarà così possibile accedere al suo network di talenti, per far cominciare immediatamente il processo di selezione, a partire da dei profili altrimenti difficilmente raggiungibili. Ma non si parla unicamente della costruzione di una rete di contatti. L’head hunter è un prezioso alleato delle aziende perché è egli stesso un esperto del settore. Oltre ad avere tutti gli elementi necessari per condurre un processo di selezione del personale in modo efficace e professionale, oltre a presentare un network di contatti, il cacciatore di teste parla la stessa lingua dell’azienda e dei candidati: nulla di tutto questo potrebbe essere richiesto a un normale recruiter.
Non va inoltre trascurato il fatto che il cacciatore di teste costruisce nel tempo una relazione professionale con il candidato: da una parte, questo permette di approfondire skill, esperienze, attitudini e obiettivi dei candidati passivi; dall’altra, consente di trovare un terreno comune, di poter condurre al meglio la trattativa, fornendo di conseguenza la migliore delle immagini dell’azienda alla ricerca di talenti. Da qui nasce il grande beneficio, anche dal punto di vista dell’employer branding, di rivolgersi a un head hunter.
L’Head Hunter e l’executive Serch
Non è del tutto corretto affermare che l’head hunter si occupa esclusivamente della selezione di figure professionali di alto livello: spesso i cacciatori di teste vengono infatti contattati anche per dei processi di selezione del personale che mirano a talenti posizionati più in basso nella gerarchia aziendale. Ciononostante, non si può trascurare il fatto che gran parte del lavoro degli esperti di head hunting può essere situato nel campo dell’executive search, ovvero nella ricerca e selezione dei futuri leader aziendali.
Le assunzioni a livello dirigenziale presentano sempre grandi sfide, e proprio per questo appoggiarsi a degli esperti esterni che si occupano regolarmente di executive search è estremamente vantaggioso: questo è vero in termini di efficacia, di qualità dei risultati come anche di velocità.
Executive Head Hunting: La Selezione dei Manager
Trovare un manager che sia in grado di fare la differenza: questo lo scopo di ogni head hunter che si rispetti, e non si tratta certo di un percorso semplice. Nonostante un target di riferimento e un lavoro di screening preciso e completo, spesso la ricerca è complessa e solo affidandosi a chi fa questo per mestiere si può ottenere un risultato soddisfacente.
Consideriamo per esempio l’evoluzione del settore negli ultimi anni: se una volta l’azienda chiedeva al consulente semplicemente l’individuazione dei talenti migliori, focalizzandosi primariamente sulle caratteristiche “personali” del candidato, oggi si stanno sviluppando nuove attività come la board evaluation e il management assessment.
La Board Evaluation
Resa necessaria dalle nuove normative per le aziende quotate in borsa, la board evaluation analizza il funzionamento del Consiglio di Amministrazione e dei suoi comitati, valutandone allo stesso tempo la dimensione e la composizione. Dato un determinato periodo di osservazione – spesso un anno – vengono quindi valutate in modo indipendente le caratteristiche professionali, l’esperienza e anche il genere dei componenti del Consiglio di Amministratore, fornendo un’utile indicazione per gli azionisti. Risulta chiaro come la valutazione di un terzo, a seconda del grado di professionalità con cui viene svolta, possa aggiungere non poco valore all’azienda, migliorandone la governance aziendale e aumentando la fiducia degli azionisti.
Il Management Assessment
Valutare le caratteristiche del manager, da quelle strettamente professionali a quelle più caratteriali, è il cuore dell’attività di ricerca del personale, non solo per i ruoli di alto livello. Per essere dei buoni manager infatti le skill professionali richieste vanno dalla pianificazione alla capacità di delega, senza dimenticare l’importanza di saper motivare i propri dipendenti.
Ma quali sono quindi le Caratteristiche di un Manager di Successo?
- Essere un leader
- Saper comunicare
- Esperienza internazionale
- Essere creativi
- Saper(si) vendere
Come finire nel mirino dei cacciatori di teste
Per le aziende può essere utile apprendere metodo e strategie degli head hunter. Chi desidera un supporto per velocizzare i propri step di carriera può invece essere interessato a capire come entrare nel radar di un cacciatore di teste, così da essere preso in considerazione nel momento in cui delle aziende cercheranno dei talenti con le sue competenze ed esperienze professionali. Da dove iniziare per incrementare le possibilità di essere cacciati da un head hunter?
Il primo passo è banale, per quanto né semplice, né immediato: per attirare l’attenzione di un cacciatore di teste è necessario accrescere i propri talenti, così da divenire effettivamente una risorsa di valore, tale da arricchire il suo network di contatti. Le proprie capacità, oltre a essere sviluppate, devono però essere anche dimostrate e comunicate. Per questo è importante coltivare il proprio personal branding, a partire dalla cura del proprio profilo LinkedIn, che dovrebbe essere completo, ottimizzato e aggiornato nel tempo. Il professionista che vanta – oltre a skill ed esperienze – una buona presenza online moltiplica le possibilità di essere contattato da degli head hunter.
Le Caratteristiche dei Migliori Head Hunter
In un mondo della ricerca del personale sempre più polarizzato tra la ricerca del profilo di medio-alto livello, per cui l’azienda è più propensa a investire, e la selezione di profili più comuni, in che modo l’head hunter può distinguersi? Un elemento fondamentale è senz’altro quello di sapersi muovere in settori specifici, relazionandosi correttamente con le esigenze di quell’ambito lavorativo.
Prendiamo per esempio l’head hunting in ambito moda e l’head hunting in ambito farmaceutico: difficile immaginare requisiti più diversi per il candidato ideale, e allo stesso modo difficile immaginare che chi seleziona non abbia conoscenze specifiche nel settore. Per questo motivo Adami suddivide il proprio processo di selezione in aree di expertise ben precise, che è possibile consultare qui.
Purtroppo il professionista nella selezione del personale può servire anche per rendere processi dolorosi ma a volte necessari, come una ristrutturazione, essendo maggiormente “oggettivi”, permettendo all’azienda di affidarsi a una figura terza che eviti di farsi influenzare da valutazioni non strettamente professionali. Molto spesso, per esempio, arriva dalle aziende una forte richiesta di riduzione della spesa, minimizzazione del rischio e soluzione delle problematiche in tempi brevi.
Questo tipo di esigenza obbliga l’azienda a richiedere un head hunter in grado di assumersi la responsabilità della soluzione del problema, ponendosi accanto al manager aziendale di riferimento oppure, in sua assenza, dello stesso imprenditore. Trovare una soluzione è l’obiettivo, e l’head hunter spesso è il primo passo per raggiungerla.
Adami & Associati: Società di Head Hunting specializzata
Adami & Associati è un’agenzia di head hunting leader nel settore: operiamo capillarmente su tutto il territorio nazionale e internazionale grazie ad una fitta rete di consulenti. Desideri ulteriori informazioni sulla nostra consulenza, o desideri affidarci una ricerca? Compila il nostro form, ti contatteremo noi a stretto giro!
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