Per trovare il lavoro giusto e per fare carriera è necessario investire nella formazione, migliorare le proprie competenze, fare esperienza, allargare la propria rete di contatti, e via dicendo. Tutto questo può però essere vanificato da una scarsa attenzione ai dettagli nel momento della ricerca di un nuovo lavoro: si pensi a chi si presenta in ritardo al colloquio di lavoro, a chi non si cura in alcun modo di coltivare il proprio network professionale oppure, per l’appunto, a chi non presta la necessaria attenzione nel creare il proprio curriculum vitae. Questa può essere una mancanza particolarmente grave, poiché nella maggior parte dei casi è proprio dal CV che possono scaturire le più interessanti opportunità professionali. E va sottolineato anche il fatto che talvolta un curriculum vitae contenutisticamente efficace può essere compromesso da una presentazione poco curata, incapace cioè di valorizzare le informazioni riportate. Fattori come struttura, font, colori, lunghezza, formato e nome del file, per quanto marginali, possono infatti far la differenza. Qui ti diamo quindi alcuni consigli per rifinire al meglio questo fondamentale documento: quale font per CV? Quale struttura? Colori sì, o meglio di no?
La struttura ideale per il CV: dai tuoi punti di forza
Le parti che compongono un curriculum vitae sono pressappoco sempre le medesime, in quanto immancabili: si parla della sezione in cui si presenta il proprio profilo professionale, della sezione dedicata all’esperienza lavorativa, di quella dedicata alla formazione, della parte in cui sono riportate le proprie skills, e infine della sezione in cui inserire interessi e hobby. Ma come strutturare queste sezioni? Il consiglio qui è di scegliere la disposizione di queste sezioni in base ai propri punti di forza: chi è fresco di studi e ha un’esperienza lavorativa ridotta farà precedere la sezione dedicata alla formazione, mentre chi può contare su delle importanti esperienze lavorative, coerenti con il ruolo a cui si sta puntando, farebbe bene a mettere per prima questa parte. Per quanto riguarda invece la disposizione delle informazioni all’interno delle singole sezioni, è bene sottolineare che a livello internazionale la struttura cronologica inversa è più diffusa: si tratta della scelta ideale, soprattutto per chi non presenta particolari buchi di carriera e un percorso abbastanza lineare. Vediamo ora quali font per CV prendere in considerazione.
Quale font per CV?
Nella scelta del font per CV, e quindi del tipo di carattere per il CV, è sempre bene premiare la chiarezza, la semplicità e la leggibilità: per questo motivo nella maggior parte dei casi si consigliano font sans serif, senza grazie, come epr esempio Helvetica, Verdana, Calibri e via dicendo. Chi vuole optare per dei font serif, con grazie, potrà in ogni caso tenere in considerazione opzioni come Bodoni, Times New Roman, Cambria e così via. È fondamentale evitare font considerati infantili, come il Comic Sans, o decisamente superati, come il Courier. È bene poi prendere in considerazione il ruolo e il settore per cui si sta applicando, sapendo che in alcuni casi viene premiata la sobrietà, in altri invece la creatività (ecco che allora in quest’ultimo caso, per esempio, sarà bene evitare font troppo classici, come il Times New Roman).
Usare o no colori per il CV?
Dopo aver visto quali font per CV, osiamo ancora di più: è bene usare o meno i colori nel proprio curriculum vite? Di certo utilizzare tonalità diverse potrebbe essere utile per rendere la struttura più chiara e immediatamente comprensibile. D’altro canto, i colori potrebbero sottrarre sobrietà. In linea di massima il CV classico è in bianco e nero, sapendo peraltro che in molto casi i documenti selezionati vengono stampati per l’appunto solo in nero; chi desidera rendere il curriculum più personalizzato – ottimo per creativi o settori non eccessivamente impostati – può usare eventualmente un secondo colore, sapendo che ogni tonalità porta con sé sensazioni diverse: i toni del blu comunicano fiducia, quelli del rosso passione, quelli del verde calma, e via dicendo.
La lunghezza massima del curriculum vitae
Il tema della lunghezza ideale del CV è tra i più discussi. In generale è sempre bene sintetizzare le informazioni, e adottare una struttura che garantisca un’alta leggibilità pur senza prendere eccessivo spazio. Detto questo, un normale CV non dovrebbe superare le due pagine di lunghezza: nel caso di uno neolaureato sarà possibile essere ancora più brevi, laddove invece un manager o un dirigente con esperienza pluridecennale potrà certamente sforare questa soglia.
Il nome del file
Spesso chi invia il proprio curriculum vitae online dimentica che il nome del file verrà visto dal recruiter. Ecco che allora ci si trova ad avere a che fare con nomi come “curriculum” o “definitivo” oppure “CV4” o “CVfinale” o ancora “CVmarketing” o talvolta nomi con errori grammaticali, come “curiculum”. La denominazione ideale è una, molto semplice, ovvero: “nome-cognome-CV”. Chiara, semplice, perfettamente identificabile.
Il formato perfetto per il curriculum vitae
La scelta del formato del CV non è immediata. La scelta corre di fatto tra il formato .doc e il formato .pdf. Talvolta nell’annuncio stesso è indicato il formato preferito, e in tal caso non ci sono dubbi. È noto che il .pdf mantiene perfettamente la struttura desiderata, laddove invece il .doc viene apprezzato maggiormente da quelle agenzie di selezione che utilizzano programmi di scrematura che accettano solo file di questo tipo. In linea di massima, in assenza di indicazioni, è bene preferire il .pdf.
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