La vera forza di un’azienda è costituta dal suo capitale umano. Per questo motivo la ricerca e la selezione di personale è un passaggio fondamentale nella gestione efficace di un business. Non è però sufficiente individuare professionisti con le giuste soft skills e le necessarie hard skills: è fondamentale anche inserire in azienda persone che possano avere un alto livello di motivazione, affinché le performance restino alte nel tempo. È per questo compito del recruiter assicurarsi che i candidati siano effettivamente interessati al ruolo proposto, e verificare che possano inserirsi in modo efficace all’interno dell’ambiente di lavoro rappresentato dall’azienda. Non ci sono però dubbi: per diversi fattori, è possibile che l’entusiasmo iniziale possa venire meno. I motivi possono essere i più differenti, e possono essere ricondotti tanto alla sfera professionale quanto a quella personale. L’azienda che desidera avere sempre il meglio dai propri collaboratori è però tenuta a individuare i segnali che potrebbero indicare che un dipendente ha perso entusiasmo, e agire di conseguenza: vediamo quindi come comportarsi quando si ha a che fare con un dipendente che ha perso entusiasmo nel proprio lavoro, riducendo di conseguenza le proprie performance.
Entusiasmo e lavoro
Sopra si è detto che alla perdita di entusiasmo non può che conseguire una riduzione delle performance del singolo. Vale però la pena sottolineare anche che una perdita di entusiasmo può essere contagiosa, andando a ridimensionare le performance di un intero team: un collaboratore che non ha la giusta motivazione può infatti dare il via a lamentele, malumori e quant’altro.
Detto questo, va considerato anche il fatto che nessuno può essere sempre al 100%, e che è del tutto naturale il presentarsi di oscillazioni nel rendimento. Piccoli problemi personali, progetti particolarmente difficili o gravosi, i fattori che possono condizionare l’impegno e l’entusiasmo possono essere i più svariati. Un’altra cosa è però certa: il collaboratore entusiasta è un lavoratore che affronta nel modo migliore i compiti affidati, con l’entusiasmo che può diventare un vero e proprio motore di crescita.
Sta al recruiter selezionare dei candidati impegnati, che non guardino al lavoro solo come a uno strumento per generare reddito. Ma sta poi all’azienda assicurarsi che il potenziale di un collaboratore impegnato venga sfruttato al meglio, individuando per tempo i segnali che potrebbero nascondere una perdita di entusiasmo e di motivazione.
Un dipendente ha perso entusiasmo: i segnali ai quali fare attenzione
Quali sono i segnali che indicano in modo piuttosto chiaro la perdita di entusiasmo da parte di un dipendente? Di certo il sintomo più forte e più facile da individuare è quello della diminuzione, improvvisa o progressiva, del livello di qualità del lavoro. Gli indici da tenere in considerazione per valutare la qualità del lavoro del singolo sono i più svariati, e cambiano di ruolo in ruolo. Senza dubbio, però, il venir meno del raggiungimento di obiettivi prefissati, la riduzione delle performance, la perdita di scadenze sono tutti elementi che possono far pensare – tra le altre cose – a una diminuzione dell’entusiasmo.
Non è ovviamente tutto qui. Il lavoratore impegnato è quello che fa spesso un passo in più, che dimostra iniziativa personale, e che si muove in prima persona per migliorare le proprie performance come quelle del proprio team. Ovviamente ci possono essere periodi in cui, per un carico di lavoro maggiore, non si può fare altro che limitarsi ai compiti assegnati; se questa condizione si prolunga nel tempo, però, è fondamentale che il diretto superiore capisca cosa sta portando il collaboratore a limitarsi a fare il minimo necessario, e nulla di più.
Altro dato che non può essere trascurato è come è noto quello dell’assenteismo. Pensiamo quindi all’aumentare delle assenze per malattia, alla richiesta frequente di permessi e di ferie, ma anche ai pretesti avanzati magari per non partecipare a dei meeting o a degli incontri con altri collaboratori o con clienti. L’assenteismo non deve mai essere sottovalutato.
A segnalare una significativa perdita di entusiasmo può inoltre essere il deteriorarsi del rapporto con i colleghi o con il resto della squadra. Dei dissapori e delle incomprensioni con altri membri del team, peraltro, possono essere a loro volta dei fattori che possono portare un dipendente a perdere l’entusiasmo iniziale.
Cosa dovrebbe fare un datore di lavoro, un manager o un responsabile risorse umane nel momento in cui sia abbastanza chiaro o probabile il fatto di ritrovarsi di fronte a un dipendente che ha perso entusiasmo?
Cosa fare per ridare motivazione a un collaboratore
Un manager dovrebbe sempre domandarsi come garantire un alto livello di impegno, di motivazione e di entusiasmo nei propri collaboratori. In generale, lodare l’impegno e il metodo dei membri del team aiuta ad aumentare le loro prestazioni e il loro benessere. Ma come muoversi nel momento in cui il livello di entusiasmo si dimostra già basso?
Il primo step è quello di individuare il motivo principale che ha portato a questo cambiamento, per verificare se l’azienda può effettivamente fare qualcosa per migliorare la situazione. Un collaboratore potrebbe per esempio perdere motivazione per aver avuto la sensazione che non ci siano possibilità di crescita all’interno dell’azienda, o per il venir meno di piani per la formazione dei dipendenti. A volte ci si potrebbe accorgere che la perdita di motivazione è dovuta a una mancanza, da parte del management, di un chiaro riconoscimento dell’impegno dei collaboratori e dei passi avanti fatti nel tempo.
In seconda battuta, è bene individuare in quali forme la perdita di entusiasmo si sta dimostrando sul luogo di lavoro. Nel caso dell’assenteismo sarà per esempio importante capire quali sono i problemi che stanno portando il dipendente lontano dal luogo di lavoro. Si tratta di problemi di salute fisica o di salute mentale? In tal caso l’azienda potrebbe mettersi a disposizione per offrire dei supporti per il benessere del proprio dipendente. Nel caso di un allontanarsi del dipendente dai propri colleghi sarà necessario capire qual è il fattore scatenante: le ipotesi possono essere le più diverse, dal bullismo fino alle cattive pratiche di lavoro.
Nella maggior parte dei casi, l’azienda può agire attivamente per ridare entusiasmo ai propri collaboratori. Nel caso in cui il disimpegno sia invece insanabile, con un conseguente e continuo calo delle prestazioni, sarà bene sedersi a un tavolo con il collaboratore e considerare altre strade, fino ad arrivare fino alla sostituzione con un nuovo talento esterno, da individuare attraverso un attento iter di selezione del personale.