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Difficoltà di reperimento del personale: i numeri in Italia

Stando all’ultimo Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e pubblicato a luglio 2024, la difficoltà di reperimento dei profili ricercati dalle imprese si attesta attualmente al 48,4%. Più nello specifico, le imprese dichiarano una difficoltà di reperimento per un complessivo di oltre 245 mila assunzioni nel mese di luglio, indicando come causa principale la “mancanza di candidati”, e come seconda causa la “preparazione inadeguata”. Di certo i numeri aggiornati mostrano delle imprese in seria difficoltà al momento della ricerca del personale, ma va detto che non si tratta affatto di numeri inaspettati o inediti: da tempo ormai le aziende italiane hanno serie difficoltà di reperimento del personale, soprattutto per quanto riguarda le professioni tecniche, gli operai specializzati, le professioni scientifiche, i dirigenti, i tecnici informatici, e via dicendo. Ma cosa causa questa diffusa difficoltà nel riuscire a inserire nel team i talenti necessari? Quali sono i conseguenti danni?

Cos’è la difficoltà di reclutamento: il talent shortage

Di difficoltà di reperimento del personale si parla sempre più spesso, e non solo tra addetti alla selezione del personale. Tutti sanno per esempio che alberghi e ristoranti, soprattutto in vista della stagione estiva, affrontano ormai regolarmente grandi problemi nel riuscire ad attirare e a individuare i dipendenti necessari e competenti per poter garantire una buona gestione dell’attività. Ma cos’è nel concreto la difficoltà di reclutamento del personale? Questo concetto indica gli ostacoli, le criticità e i rallentamenti incontrati dalle imprese nell’assumere le figure necessarie per garantire un’attività stabile e in crescita. In inglese si parla anche di talent shortage, a indicare la carenza di lavoratori con le competenze e le esperienze necessarie per colmare in modo soddisfacente una posizione vacante in azienda.

I danni della difficoltà di reperimento del personale

Di certo nessuno avvia un processo di ricerca del personale sperando di vederlo andare a vuoto: per sostituire un collaboratore dimissionario, per permettere la crescita dell’azienda, per accompagnare il lancio di un nuovo servizio, ci possono essere tanti motivi diversi per cui un’azienda ha la necessità di inserire una nuova risorsa. Ma cosa accede se un processo di selezione non porta al risultato sperato? In un’epoca di diffusa difficoltà di reperimento del personale, l’eventualità è tutt’altro che rara. C’è il processo di selezione del personale che, dopo i colloqui o perfino dopo la scrematura dei CV, decide di non procedere oltre, non avendo individuato nessun candidato valido; e c’è invece quello che giunge alla selezione di un candidato non del tutto adatto, con una significativa mancanza di esperienza e/o di competenze. In questo secondo caso sarà necessario investire pesantemente in formazione e in mentoring, sperando che la nuova risorsa finisca effettivamente per rispondere alle esigenze dell’azienda. Altre volte per l’appunto è un niente di fatto: ecco che allora l’azienda si trova con un vuoto, che può avere conseguenze molto negative. Un carico di lavoro maggiore per gli altri dipendenti, la riduzione della qualità dei servizi o dei prodotti, la perdita di un cliente, la riduzione delle vendite, il peggiorare del morale, e così via. Basti pensare che, secondo Unioncamere, nel 2023 la difficoltà di reperimento del personale è costata all’Italia 43,9 miliardi di euro, pari a circa il 2,5% del Pil nazionale.

Le cause del talent shortage in Italia

Ma cosa determina la difficoltà di reperimento delle imprese italiane? Le cause possono essere diverse. Ecco le principali:

  • Il disallineamento delle competenze, che si accentua soprattutto per via dei veloci cambiamenti digitali e con conseguente fame di innovazione delle agende. Purtroppo il mondo della formazione fatica a stare al passo con la digital trasformation, dando così vita a un evidente e pesante mismatch.
  • L’invecchiamento della popolazione, con la forza di lavoro giovane che pian piano si sta assottigliando;
  • La complessità burocratica tipica del mercato del lavoro italiano;
  • Il livello non sempre competitivo delle condizioni di lavoro e contrattuali offerte, che fa soffrire le Pmi nei confronti delle grandi aziende e che determina in generale la temuta fuga dei cervelli;
  • La gestione frequentemente non professionale dei processi di selezione del personale, che falliscono quindi non solo per la mancanza di candidati o di competenze, quanto invece per le ridotte capacità di chi gestisce il processo di recruiting.

I numeri del mismatch

C’è chi ha approfondito ulteriormente la situazione della difficoltà di reperimento del personale in Italia, concentrandosi in particolar modo sulle imprese di piccole e medie dimensioni. L’I-AER, ovvero l’Institute of Applied Economic Research, ha effettuato una ricerca su 981 Pmi italiane – le quali va ricordato costituiscono il 98% delle imprese del nostro Paese. Si scopre così che in totale oltre il 70% delle piccole e medie imprese intervistate incontra difficoltà nel trovare personale adeguato. Lo studio è andato a indagare anche le cause del mismatch, individuando per l’appunto tra le motivazioni principali il disallineamento delle competenze richieste dalle imprese e quelle offerte dal mercato del lavoro: il problema è particolarmente marcato come anticipato nel caso delle competenze digitali. E se è vero che per circa due terzi dei profili professionali ricercati le imprese richiedono delle skill digitali di base, è anche vero che per circa la metà delle ricerche si richiedono delle competenze informatiche avanzate. Di fronte a uno scenario di questo tipo, è preoccupante riscontrare che solamente il 27% degli studenti italiani è iscritto a percorsi STEM, focalizzati cioè sulle discipline scientifico-tecnologiche.

La difficoltà di reperimento del personale, come si può intuire, non è quindi casuale, e non è nemmeno destinata a scomparire in tempi brevi. Cerchi dei talenti per la tua impresa? Approfitta dei nostri cacciatori di teste, che potranno allargare la ricerca ai candidati passivi!

 

 

 

 

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