Oggi vedremo nel dettaglio cosa è il contratto di apprendistato, quali tipologie esistono, quali sono i vantaggi per le aziende, quale può essere la durata di un apprendistato e così via. Prima di vedere la definizione completa di questo contratto, possiamo sottolineare che si tratta di un rapporto professionale con “causa mista”, ed è proprio questo a renderlo unico e differente nel campo dei contratti di lavoro. Elemento imprescindibile di questo contratto è infatti la formazione dell’apprendista, il quale quindi viene ricompensato del suo lavoro sia con uno stipendio, sia con una formazione specifica per una determinata mansione. Per sua stessa natura il contratto di apprendistato è un rapporto lavorativo particolarmente vicino ai giovani, ma come vedremo tra poco si tratta di un contratto vantaggioso anche per le aziende.
Cos’è il contratto di apprendistato?
Non è sempre facile capire natura e caratteristiche dei diversi contratti di lavoro: basti pensare per esempio alle peculiarità dei contratti offerti dalle società interinali. Per cercare una definizione di contratto di apprendistato non serve però andare lontano: all’articolo 1 comma 1 del Testo Unico sull’Apprendistato si scopre infatti che si tratta di “un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani”.
Questa definizione, da sola, lascia però tanti punti di domanda. Aggiungiamo quindi tutte le informazioni essenziali. Il contratto di apprendistato è un rapporto lavorativo che prevede in tutti i casi un importante periodo di formazione iniziale, al termine del quale, se c’è l’accordo da entrambe le parti, può scattare un vero e proprio contratto a tempo indeterminato.
Riformato e modificato più volte, il contratto di apprendistato è presente da tanto tempo nella normativa italiana, ed è stato uno strumento utilizzo per inserire delle forze di lavorio giovani nel mondo del lavoro.
Al termine dell’apprendistato, in linea di massima, il giovane dovrebbe avere tutte le competenze necessarie per svolgere il lavoro in modo soddisfacente, autonomo e produttivo: da qui la predisposizione a trasformarsi automaticamente in contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Le tipologie di contratto di apprendistato
Esistono essenzialmente tre diverse tipologie di apprendistato, ovvero:
L’apprendistato per qualifica professionale: si tratta di un contratto che può essere rivolto a dei giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni che devono ancora concludere il periodo di istruzione obbligatoria. In questo caso l’apprendistato può durare 3 o 4 anni.
L’apprendistato professionalizzante: è diverso il caso del contratto di apprendistato professionalizzante. In questo caso si parla di un contratto previsto per giovani più maturi, tra i 18 e i 29 anni. La durata del contratto è questa volta dai 6 mesi ai 5 anni, e prevede un’importante formazione tecnica professionale, nonché una retribuzione pari al 35% del salario di inquadramento. Va sottolineato che un’azienda non può superare il numero massimo di apprendisti in organico, pari ai 2/3 dei dipendenti specializzati presenti.
L‘apprendistato di alta formazione: dopo l’apprendistato professionalizzante, vediamo quello di alta formazione. Anche in questo caso si parla di giovani tra i 18 e i 29 anni, i quali hanno bisogno di un periodo di apprendistato per conseguire un titolo di studio secondario come una specializzazione tecnica o un dottorato di ricerca.
Va poi sottolineato che esiste anche la possibilità di un contratto di apprendistato senza limiti di età, e quindi aperto anche alle persone con più di 29 anni: si tratta di una possibilità in essere fin dal Jobs Act per tutte le aziende che assumono dei dipendenti con contratto di apprendistato professionalizzante, per tutti i dipendenti beneficiari di indennità di mobilità ordinaria o di un trattamento di disoccupazione NASPI o DIS-COLL. La durata massima di questo contratto, con tutte le agevolazioni connesse, è di 36 mesi, che possono diventare 60 nel caso dell’artigianato.
Vantaggi per le aziende
I vantaggi per il dipendente sono abbastanza ovvi: attraverso il contratto di apprendistato il giovane può infatti entrare nel mondo del lavoro, ricevere la formazione necessaria per fare propria quella mansione e allo stesso tempo ricevere uno stipendio, seppur di entità ridotta. Come anticipato, però, i vantaggi non sono solamente dalla parte dei dipendenti. Anche le aziende hanno dei benefici notevoli nell’inserire delle risorse in apprendistato, a partire dalle importanti agevolazioni fiscali previste. Parliamo infatti della deducibilità delle spese e dei contribuiti dalla base imponibile IRAP, della contribuzione agevolata pari al 10% della retribuzione dell’apprendista, di un taglio del costo del lavoro degli apprendisti assunti, e via dicendo. Non si parla peraltro solamente di agevolazioni fiscali; assumendo un apprendista un’azienda inserisce un giovane che nella maggior parte dei casi ha appena terminato o sta terminando il periodo di formazione, e ha la possibilità di formarlo professionalmente da zero, per avere un domani una valida risorsa da inserire indefinitamente in organico.
La durata del contratto di apprendistato
Come si è visto, la durata del contratto di apprendistato può essere differente di caso in caso. In linea di massima si può però dire che non può essere stipulato un contratto di questo tipo con una durata inferiore ai 6 mesi. Esistono anche degli specifici limiti massimi di durata. Un contratto di apprendistato non può essere superiore a 1 anno per il certificato di specializzazione tecnica superiore, non può superare i 2 anni per l’ammissione all’esame di stato, non può durare più di 3 anni per la qualifica di istruzione e formazione professionale, né più di 4 nel caso del diploma di istruzione secondaria superiore.
Cosa accade al termine della durata del contratto. Le parti, di comune accordo, possono decidere di far proseguire il rapporto di lavoro subordinato, con il contratto che si trasforma automaticamente in un tempo indeterminato. In caso contrario, entrambi gli attori in gioco, senza peraltro dover fornire delle motivazioni, possono recedere dal contratto: è richiesto solamente un breve periodo di preavviso, così come definito dalle parti o dal contratto collettivo nazionale. Sia il licenziamento che le dimissioni dell’apprendista, in ogni caso, sono contemplati: il primo solo per giustificato motivo o giusta causa, mentre le seconde sono sempre libere.
Va sottolineato che la formazione è un elemento obbligatorio di qualsiasi contratto di apprendistato. In assenza di questo si va incontro a sanzioni amministrative da 100 a 600 euro, che possono aumentare fino a 1.500 euro in caso di recidiva.