Come selezionare l’amministratore delegato perfetto? Non ci sono dubbi: per selezionare un candidato che avrà compiti così delicati e importanti per l’azienda, ogni passaggio deve essere fatto nel modo più attento possibile. Abbiamo già visto in passato chi è l’amministratore delegato: vediamo ora come selezionare l’ad per avere la certezza di mettere al comando un professionista capace di proteggere e far crescere il business.

Il Ceo e l’amministratore delegato (le differenze)

Prima di vedere come selezionare l’amministratore delegato ideale per l’azienda, vale la pena cancellare eventuali dubbi di carattere lessicale. Molto spesso infatti il ruolo dell’amministratore delegato viene confuso con quello del Chief Executive Office. I ruoli di Ad e di Ceo, però, non sono del tutto uguali. Le funzioni sono simili, certo, e si parla in entrambi i casi del manager che sta a capo di una società, e quindi di un’azienda strutturata. Ma va detto che vi sono delle differenze di base, dipendenti in primo luogo dalla cultura – e dal Paese – in cui quella società è nata e si è sviluppata. Il Ceo è il capo dei consiglieri di amministrazione, e presenta tendenzialmente una serie di compiti e di responsabilità più ampia rispetto a quella dell’amministratore delegato. Come suggerisce il termine stesso, infatti, l’Ad è il professionista al quale il consiglio delega i compiti di rappresentanza, pur mantenendo in sostanza il potere decisivo. Se nel mondo anglosassone il Ceo è nella maggior parte dei casi anche il presidente della società, in Italia l’amministratore delegato non ricopre anche quel ruolo. Si capisce quindi che, pur essendo vero che in molti casi gli amministratori delegati si comportano come Ceo, è altrettanto vero che i due termini indicano dei ruoli distinti. Va peraltro detto che non di rado, nelle PMI italiane, a diventare amministratore delegato è il fondatore e imprenditore stesso. Detto questo, vediamo come selezionare l’amministratore delegato, a partire da una veloce analisi delle sue responsabilità.

Le responsabilità dell’Ad

L’amministratore delegato ha tanti diversi compiti, a partire dalla definizione che si dà di questo ruolo nell’articolo 2381 del Codice Civile. Sta a lui infatti valutare l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della società. È l’amministratore delegato a convocare il consiglio di amministrazione e l’assemblea dei soci, è lui che deve analizzare i piani strategici, finanziari e industriali della società, ed è lui che prima propone e poi cura eventuali processi di scissione e di fusione societaria.
Il Codice Civile ricorda anche che l’Ad è chiamato a redigere il bilancio e successivamente a sottoporlo all’approvazione dell’assemblea dei soci. Più in generale, l’amministratore delegato deve vigilare continuamente sull’andamento della società, prevenendo atti pregiudizievoli, eventualmente attraverso la delega a un numero variabile di manager.

Come selezionare l’amministratore delegato: le doti

La capacità di guardare lontano

Un presupposto cruciale per selezionare l’amministratore delegato è quello di prendere in considerazione solo persone in grado di guardare lontano, e che abbiano la capacità di individuare una direzione chiara da seguire per raggiungere gli obiettivi predefiniti. Questo significa sia essere in grado di capire dove il business può e deve arrivare, grazie a una buona dose di ambizione e di ottimismo, sia essere in grado di ispirare gli altri in modo di condividere in modo convincente la propria visione.

L’ascolto attivo

L’amministratore delegato, ancora più del CEO, deve essere inteso come una persona che si muove all’unisono con il resto del consiglio e dei manager. Ecco che allora che il candidato ideale per diventare Ad deve essere in grado di ascoltare effettivamente le persone che lo circondano, dimostrando un genuino interesse per le opinioni altrui. Questo sarà peraltro necessario per capire davvero l’operatività del business nel day-to-day, portando così a decisioni più esatte.

La capacità di adattamento

I business si trasformano velocemente. I fattori che portano cambiamenti si susseguono e provengono da varie direzioni: ci sono i cambiamenti impressi dall’evoluzione del settore come quelli conseguenti alle nuove esigenze dei clienti, per arrivare a quelli calati dall’alto dal momento storico in cui ci si trova a guidare una società. Ecco allora che l’amministratore delegato deve essere in grado di adattarsi, seguendo i bisogni effettivi dell’azienda.

La necessaria motivazione

Nella ricerca e selezione del personale, la motivazione è da sempre un fattore che i recruiter devono tenere in alta considerazione, anche per i ruoli più lontani dai vertici. E di certo la motivazione deve essere individuata anche nei processi per la selezione di manager e sì, anche per quelli per la selezione degli amministratori delegati. Solamente potendo contare su una buona dose di entusiasmo per l’attività da intraprendere infatti l’Ad sarà in grado di avere il meglio dai colleghi e dai subordinati, per portarli a lavorare di più e meglio.

La capacità di ispirare fiducia

Un amministratore delegato che non riesce a costruire un solido rapporto di fiducia è come il capitano di una nave che che non riesce a farsi ascoltare dall’equipaggio. I colleghi, i dipendenti, tutti gli stakeholder devono avere fiducia nell’abilità, nella visione e nelle competenze dell’amministratore delegato.

La necessaria esperienza strategica

Prima di poter essere preso in considerazione per il ruolo di amministratore delegato, un candidato deve aver già dato prova di essere in grado di affrontare situazioni difficili con grande intelligenza. Sarebbe per esempio rischioso selezionare una figura che non abbia già preso parte in precedenza, in diversi modi, a delle acquisizioni o a delle fusioni, per avere quindi l’esperienza necessaria per portare avanti nel modo giusto le ineliminabili negoziazioni. Questi sono peraltro requisiti essenziali anche per un semplice membro di un consiglio di amministrazione.

Il coraggio di essere amministratore delegato

Non è possibile ricoprire in modo efficace ruoli come quelli di amministratore delegato e Ceo senza avere una buona dose di audacia e di coraggio, necessarie per affrontare la realtà quotidiana, per poter prendere le decisioni migliori per la società e per essere in grado di dire “no” anche nelle occasioni in cui sarebbe più facile e più comodo dire “sì”.

Come selezionare l’amministratore delegato: nessun paraocchi

Selezionare CEO Come è noto in Italia, ancora oggi, le donne sono sottorappresentate dei ruoli apicali. Nel caso della selezione degli amministratori delegati, molto raramente vengono prese seriamente in considerazione le candidature di donne. Non stupisce quindi che attualmente, guardando alle prime 50 aziende quotate a Piazza Affari, solo due conoscano degli AD donne. Le cose stanno certo cambiando: a partire dalla legge “Golfo-Mosca” nel 2011, la quale prevede l’obbligo per le imprese quotate di riservare al genere femminile almeno un terzo dei posti, qualcosa si sta muovendo. Resta però essenziale mettere in evidenza quanto possa essere contro produttivo, per un’impresa, eliminare a priori – a volte inconsapevolmente – la possibilità di mettere alla guida una CEO.

 

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