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Come gestire dei colleghi difficili

Spesso ci si ritrova a voler cambiare lavoro non per la mancanza di stimoli, non per una retribuzione insufficiente, né per mancanze reali da parte dell’azienda. Come cacciatori di teste ci siamo infatti imbattuti più volte in persone desiderose di trovare un nuovo lavoro per via di conflitti interni al team, causati da comportamenti nocivi di altri colleghi. Ma cosa fare nel momento in cui si ha la netta sensazione di essere nel posto giusto, di non voler cioè cambiare azienda, pur non potendo sopportare ulteriormente questa situazione “pesante” con i colleghi? E ancora, cosa fare nel momento in cui i conflitti nascono nei primi mesi di un nuovo percorso, magari poco dopo l’onboarding in azienda? In questi casi vale certamente la pena imparare le migliori tecniche per gestire dei colleghi difficili: talvolta in questo modo è possibile salvare la collaborazione, senza essere costretti a cercare una nuova occupazione.

I conflitti sul lavoro: i risultati di un’indagine

Prima di vedere come gestire dei colleghi difficili può essere prezioso dare un’occhiata ai numeri relativi ai conflitti in azienda, così da scoprire che quello che si sta vivendo – purtroppo – non è un caso isolato. Anzi: stando ai risultati collezionati da Pollack, sono tantissimi i lavoratori che si trovano a dover gestire dei colleghi difficili. Ecco alcune cifre per farsi un’idea:

  • Il 60% dei lavoratori non ha mai ricevuto formazione o allenamento per gestire dei colleghi difficili o dei conflitti in azienda;
  • In media ogni anno il 38% dei dipendenti, nel Regno Unito, ha delle esperienze di conflitto interpersonale sul lavoro;
  • Ogni settimana negli Stati Uniti, in media, i dipendenti spendono 2,8 ore in un’atmosfera di conflitto sul lavoro;
  • L’85% dei dipendenti ha avuto esperienze di conflitto sul lavoro;
  • Il 29% dei lavoratori riferisce di vivere costantemente delle situazioni di conflitto;
  • Il 27% dei dipendenti ha visto dei conflitti portare a degli attacchi personali;
  • Il 18% dei dipendenti spiega che i conflitti nascono da differenze personali private o da differenze nei valori professionali;
  • Il 21% dei conflitti nascerebbe da un’insufficiente chiarezza relativa alle responsabilità dei lavoratori.

Gestire i colleghi difficili: ogni caso è diverso

Come si è visto qui sopra, i conflitti in azienda possono nascere per diversi motivi. Per gestire i colleghi difficili è però importante capire qual è la prima causa del conflitto, sapendo peraltro che, oltre a cambiare gli scenari, cambiano anche gli atteggiamenti dei nostri interlocutori. È infatti possibile – per semplificare – individuare diversi tipi di colleghi “ostili”, ovvero:

  • Il lagnone: quasi tutti nella propria carriera professionale hanno incontrato almeno un collega con questa peculiarità, ovvero la capacità di esprimere continuamente la sua insoddisfazione, lamentandosi più o meno senza sosta dei più diversi aspetti del lavoro. In tanti casi questa continua espressione di negatività è usata per dare sfogo allo stress, o per cercare attenzione, e si concretizza nel criticare le decisioni e le azioni altrui, nel lamentarsi per i carichi di lavoro eccessivi, nel puntare il dito contro supposto favoritismi, e via dicendo. Le buone pratiche di gestione dei colleghi difficili, in questo caso, prevederebbero di ascoltare per quanto possibile le lamentele, e di offrirsi per cercare delle soluzioni;
  • Il tuttologo: non è raro trovare dei colleghi convinti di saper – in tutti i campi – più dei propri collaboratori, cosa che porta a interruzioni, cambi in corsa, prevaricazioni e così via. In questi casi è bene trovare un modo per mettere a frutto le conoscenze di tutti, nel rispetto dei diversi punti di vista.
  • Lo scansafatiche: nella maggior parte dei casi per via di una mancanza di motivazione, lo scansafatiche finisce spesso per creare dei conflitti nel team, sforando delle scadenze, non rispettando degli standard minimi, allungando le pause e via dicendo. In questi casi diventa essenziale assicurarsi che questo lavoratore abbia tutte le risorse necessarie per affrontare i modo migliore i propri compiti.
  • Il micromanager: tipicamente in posizione di controllo – ma non sempre – il micromanager tende a controllare in modo eccessivo e pedante l’operato dei colleghi, per via di una paura di fondo di perdere il controllo stesso, nonché a causa di una mancanza di fiducia. Questo atteggiamento può ovviamente creare diversi conflitti e malumori: qui sarebbe essenziale chiedere al “controllore” come è possibile migliorare la relazione lavorativa mantenendo allo stesso tempo le rispettive autonomie.
  • Il pettegolo: un eccesso di gossip può portare a molti problemi all’interno di un team di lavoro, minando i rapporti di fiducia e danneggiando le reputazioni dei collaboratori. Meglio sottolineare la necessità di mantenere per quanto possibile la comunicazione su un piano rispettoso e professionale.

Questi sono solamente alcuni dei “tipici” colleghi difficili che si possono trovare in azienda: ci sono infatti anche le persone passivo-aggressive, i bulli, gli arrivisti, le persone che tendono a prendersi tutti i meriti e via dicendo.

Come gestire dei colleghi difficili: cosa fare

Al variare delle cause di scontro, mutano le modalità per gestire i colleghi difficili. Di certo talvolta essere propositivi è tutt’altro che facile, soprattutto nel momento in cui si è fermamente convinti di essere nel giusto. Vale però quasi sempre la pena trovare un punto di compromesso, per non essere costretti a cercare altrove la propria serenità lavorativa. Ecco alcuni consigli:

  • Mantenere sempre il confronto su un piano professionale
  • Cercare di mantenere una comunicazione aperta
  • Tenere traccia dei conflitti e degli incidenti, e documentarli
  • Quando necessario, chiedere a una terza parte di mediare (richiedendo per esempio l’intervento dell’ufficio HR)
  • Cercare il supporto dei colleghi (senza però costruire delle barriere)

Comportamenti da evitare per non peggiorare la situazione

Il continuo ripetersi di conflitti nel team di lavoro non porta solo a frustrazione: conseguenze dirette sono la riduzione della produttività, l’aumento del tasso di turnover, il peggiorare del personal branding. Per questo motivo il management e l’ufficio HR dovrebbero prontamente intervenire per mettere in pratica le migliori tecniche per gestire dei colleghi difficili. È bene a questo proposito evitare di:

  • attaccare i colleghi “problematici” senza provare a comprendere il loro punto di vista
  • etichettarli sottolineando i loro difetti
  • in generale, iniziare delle conversazioni con la parola “tu”.

 

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