Prepararsi nel modo giusto a un colloquio di lavoro e tenere sotto controllo le emozioni sono fattori importanti per far crescere le possibilità di assunzione: il segreto è prepararsi con cura e seguire alcuni consigli.
Riuscire a ottenere un colloquio di lavoro sembra diventata, vista la situazione attuale del mondo del lavoro, una vittoria vera e propria. Gli annunci di ricerca, che sia online oppure offline, sono chiari: le aziende vogliono lavoratori con esperienza e con competenze diverse e spesso trasversali.
Ma una professionalità accertata e una lunga esperienza possono non essere sufficienti: un ruolo importante lo gioca anche l’atteggiamento che si tiene durante il colloquio di lavoro.
E il curriculum? Nessuno vuole negare la sua importanza, soprattutto se impostato nel modo corretto, in maniera da mettere in luce i punti di forza del candidato: ma l’impressione che si è in grado di suscitare durante un confronto “vis a vis” ha un peso assolutamente essenziale.
La realtà è che la possibilità di ottenere un posto di lavoro si gioca tutta, o quasi, durante il colloquio con il recruiter o con l’head hunter incaricato: una situazione, sia che il colloquio si svolga online, sia che si svolga nella maniera più classica, che è in grado di ingenerare un forte stress.
Stress che rischia di compromettere le chance di proporsi al meglio: proprio come accade durante un esame scolastico, dove il rendimento è fortemente condizionato dall’agitazione.
Esiste una soluzione? Sì, ed è esattamente quella che permette di superare esami difficili: si tratta di arrivare preparati al colloquio. La preparazione permette di avere una maggiore sicurezza nei propri mezzi, sicurezza che si trasforma nella self confidence che tanto è in grado di impressionare chi è chiamato a valutare un candidato.
Prepararsi a un colloquio di lavoro: trucchi e strategie da seguire
Pur non esistendo una “bacchetta magica” che consenta di vincere completamente lo stress e l’agitazione tipici di un colloquio di lavoro, esistono alcuni trucchi, semplici da mettere in pratica, che possono aiutare a esprimersi al meglio e aumentare le possibilità di assunzione. Vediamo insieme i più efficaci
1.Conoscere l’azienda
Un consiglio che pare ovvio, ma che molti candidati tendono a ignorare: e al colloquio non aiuta di certo non conoscere nulla della storia e della realtà aziendale per cui si vorrebbe lavorare. Quindi il primo step della preparazione al colloquio di lavoro prevede una ricerca sull’azienda.
E non si tratta solo di fare una buona impressione al reclutatore: raccogliere quante più informazioni possibile su un’azienda vuol dire anche comprendere quella che è la mission e la cultura dell’azienda stessa.
2.Conoscere il reclutatore
Altro step importante è quello di sapere che sarà a effettuare il colloquio: anche in questo caso più informazioni si raccolgono, più sarà facile capire come impostare il colloquio. Trovandosi di fronte un tecnico sarà utile “parlare la stessa lingua”, mentre se il recruiter è un head hunter bisogna puntare maggiormente sulle proprie competenze ed esperienze.
In ogni caso, il fatto di non avere davanti un perfetto sconosciuto, può aiutare moltissimo a sentirsi a proprio agio e quindi controllare stress e agitazione.
3.La preparazione è la chiave
Ogni colloquio di lavoro prevede delle domande che si possono definire “standard” (come la classica “Mi parli di lei”) e domande specifiche in relazione alla posizione lavorativa che si andrà a ricoprire. Ovviamente non è possibile prevedere nel dettaglio le domande, ma si possono fare delle ipotesi. Il che non è poi così diverso dal modo a cui ci si prepara per un esame.
E in base a queste ipotesi è possibile prevedere delle risposte: che siano precise e dirette, il divagare non fa mai una buona impressione sui selezionatori. E sempre tenendo a mente l’obiettivo del colloquio di lavoro: riuscire a conquistare una determinata posizione, intorno alle cui caratteristiche devono essere centrate le risposte.
4.Prove di teatro per una performance perfetta
Ogni performance, che si tratti di un pitch per una startup che di una pièce teatrale, va provata e riprovata per essere ottimale. Anche nel caso del colloquio di lavoro rispondere ad alta voce alle possibili domande dell’intervistatore (quelle individuate al punto numero 3) può aiutare a risultare sicuri e convincenti.
Si può chiedere aiuto a un amico, che impersoni il selezionatore, oppure riprendersi e rivedersi per individuare eventuali difetti da correggere.
5.Le domande difficili a cui rispondere
Una delle domande più delicate che può fare un selezionatore riguarda il perché si vuole cambiare lavoro. La risposta non deve tendere a sottolineare eventuali problemi legati al lavoro precedente, quanto gli aspetti positivi e le possibilità di crescita che il candidato ha individuato nella posizione per cui sostiene il colloquio: il focus deve puntare al futuro, non al passato.
E se non si è in grado di rispondere a una domanda inutile tentare abili diversioni: meglio essere immediatamente onesti e ammettere la scarsa conoscenza in un determinato settore.
6.La sintesi è oro
Non serve dilungarsi eccessivamente nelle risposte alle domande: è importante invece centrare l’attenzione sull’argomento in discussione. Nella descrizione delle proprie competenze non serve essere troppo prolissi, ma nemmeno troppo generici. Piuttosto è importante sottolineare tutte quelle esperienze e professionalità che possono essere utili per il posto di lavoro a cui si ambisce.
7.L’importanza di tirare le somme
Dopo un colloquio di lavoro è importante valutare l’impressione che si è avuta, in particolare per quel che riguarda i diversi aspetti della cultura aziendale. Può succedere (anche se non è molto frequente) che emergano dei punti di contrasto, in particolare se durante il colloquio vengono toccati temi strettamente personali come quelli legati all’orientamento politico o religioso.
Nella teoria questi elementi non dovrebbero essere presi in considerazione durante un colloquio di lavoro (anche in base alle indicazioni normative in materia), ma nella realtà questo può accadere, con la conseguente situazione di disagio per il candidato.
In questi casi, se la distanza tra aspettative del candidato e realtà aziendale risulta davvero incolmabile, la soluzione migliore potrebbe essere quella di rifiutare un’eventuale offerta, ovviamente spiegando le proprie ragioni.