Si vive una volta sola. É questo il mantra della cosiddetta Yolo Generation, e della conseguente Yolo Economy, dove il termine Yolo è un acronimo che sta, per l’appunto, per “You only live once”. Ed è questa nuova tendenza, sopra ogni altra cosa, che sta trasformando il mercato del lavoro dopo due anni di emergenza sanitaria, innalzando in modo inedito il tasso di dimissioni volontarie. Dapprima come è noto il fenomeno battezzato The Great Resignation ha coinvolto gli Stati Uniti, con 4,53 milioni di americani che nel novembre del 2021 hanno deciso di lasciare il proprio lavoro. La tendenza però non è rimasta oltreoceano. Anche in Italia, pur avendo a che fare con un tasso di disoccupazione superiore all’8%, il tema delle dimissioni volontarie è centrale. Stando ai risultati di uno studio del Politecnico di Milano, nella seconda metà del 2021 c’è stato un aumento dell’85% delle dimissioni volontarie. Ma è bene tenere in considerazione anche il numero dei cosiddetti intenders, ovvero dei lavoratori che hanno intenzione di cambiare lavoro nei prossimi 6 mesi: si parla del 21%, percentuale che sia alza fino al 30% nel momento in cui si prendono in considerazione solamente le persone che hanno avuto il Covid. In un contesto di questo tipo stanno aumentando anche le cosiddette career break, ovvero delle interruzioni del percorso professionale, determinate dai più differenti fattori. E se è vero che un periodo sabbatico può garantire molti vantaggi – anche a livello professionale – è altrettanto vero che il ritorno sul mercato del lavoro potrebbe presentare alcune difficoltà. Vediamo quindi come approcciarsi a un nuovo lavoro dopo una career break.
I pro e i contro di una career break
Prima di vedere quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una career break, va sottolineato il fatto che tali pause possono essere determinate dai più differenti motivi. Non sorprende il fatto che le pause lavorative siano frequenti soprattutto tra le donne: l’Ispettorato del lavoro riporta per esempio che nel 2020 si sono contate 42mila dimissioni consensuali di genitori con figli tra gli 0 e i 3 anni, e che nel 77% dei casi si trattava di donne. Ma ci sono altri fattori che possono portare a una career break: si parla del periodo sabbatico per rigenerarsi, della volontà di cambiare lavoro senza però trovare immediatamente una nuova azienda, del bisogno di prendersi cura di un familiare, e via dicendo.
Di certo il vantaggio di una pausa dal mondo lavorativo è quello di poter dedicare del tempo alla propria sfera personale. Ma ci sono dei vantaggi anche per la propria sfera professionale: durante un periodo di pausa è possibile fare formazione, fare delle attività extra curriculari, allargare il proprio network e vai dicendo. Ci sono però anche degli innegabili svantaggi. La carriera lavorativa viene interrotta, così come il suo sviluppo, e restare tagliati fuori dal settore per un periodo più o meno lungo non è da considerarsi positivo. Rientrare nel mondo del lavoro, con i suoi orari e con i suoi obblighi, potrebbe poi essere difficile dopo aver vissuto un lungo periodo di libertà o flessibilità.
Linkedin e il periodo sabbatico
Una cosa è certa: un recruiter o un head hunter che vede un buco di mesi o anni in un curriculum vitae non può che domandarsi quale sia stato il fattore scatenante. Non stupisce quindi che LinkedIn abbia deciso di dare la possibilità di inserire all’interno del proprio curriculum vitae online anche una spiegazione, motivando quindi la career break agli occhi di un potenziale datore di lavoro interessato. Proprio da un’indagine effettuata da LinkedIn, del resto, è stato appurato che oltre la metà dei responsabili HR è maggiormente disposta a contattare un candidato con un periodo di pausa nel proprio CV nel momento in qui questo fornisca anche una spiegazione per la career break.
Valorizzare la pausa nella carriera lavorativa
Come si è visto, una career break – di qualsiasi tipo – può portare vantaggi anche dal punto di vista professionale. Ecco quindi che è bene approfittare nei limiti del possibile di questo periodo per ricaricare le batterie, per ampliare il proprio network, per acquisire nuove prospettive, oppure per capire meglio quali sono gli obiettivi più importanti per lo sviluppo della propria carriera.
É poi necessario valorizzare la career break anche agli occhi di chi sarà chiamato a valutare la propria figura professionale. Al termine di un periodo sabbatico o di un periodo di maternità arriva infatti per molto il momento di cercare un nuovo lavoro, e quindi di rimettersi in gioco con l’invio di curriculum vitae. Un buon consiglio è quindi quello di valorizzare la propria career break fin dalla lettera di presentazione, nella quale spiegare in poche parole, in modo stringato ma sincero, il motivo del “buco” all’interno del CV. Che sia stato un vero e proprio periodo sabbatico o un periodo di maternità, un periodo di difficoltà o un lasso di tempo preso per prendersi cura di un familiare, è bene comunicare questo aspetto. Non c’è niente di male nell’inserire nella lettera di presentazione una frase del tipo “ho deciso di prendermi un periodo di pausa dal lavoro per approfondire queste tematiche, così da poter affrontare con successo un salto di carriera”.
Personal branding e preparazione
Un periodo di pausa dal mondo del lavoro può essere prezioso per capire come indirizzare al meglio la propria futura carriera di lavoro. Ecco che allora, sulla scorta di queste decisioni, è possibile migliorare il proprio personal brand, così da rendere le proprie candidature più efficaci nonché più mirate. Nel proporsi a degli head hunter o a dei recruiter è bene non dimenticare che si è stati per un po’ lontani dal mondo del lavoro come da quello della ricerca e selezione del personale. Vale quindi la pena aggiornare con cura il proprio curriculum vitae nonché prepararsi ai colloqui di lavoro, allenandosi per affrontare in modo efficace l’intervista. Il ritorno dopo un periodo di pausa può creare ansia e preoccupazione: vale quindi la pena pianificare attentamente ogni passaggio, così da aumentare le possibilità di successo e mantenere un atteggiamento positivo.