I colleghi di lavoro non si scelgono. Non sono come gli amici. Sono delle persone che vengono imposte, o delle persone in mezzo delle quali si viene inserite al termine di un processo di selezione del personale. Certo, è compito del recruiter, nel selezionare un talento da introdurre in azienda, accertarsi di scegliere qualcuno che possa lavorare bene all’interno di un certo team. Ciononostante, provare sempre e comunque stima, rispetto e amicizia per i colleghi non è sempre così semplice, e anzi, ci si può trovare talvolta a dover collaborare in modo forzato con delle persone con le quali, all’esterno dell’azienda, non si desidererebbe mai avere nessun tipo di rapporto. In taluni casi percepiamo alcuni colleghi come distaccati o persino ostili, altre volte non capiamo e non condividiamo il loro modo di lavorare o di pensare, e via dicendo. Una cosa è però certa: per poter dare il meglio, per lavorare in modo sereno e produttivo, è bene fare squadra, andare d’accordo con i colleghi, o come minimo ridurre i conflitti all’interno del team. Vediamo come fare!
La sindrome del nemico
Prima di vedere come andare d’accordo con i colleghi, vediamo un punto di vista peculiare, insolito ma molto interessante sulla natura dei conflitti sul luogo di lavoro. Come in molti si ricorderanno, Friedrich Nietzsche consigliava di amare i propri nemici, perché loro “tirano fuori il meglio di te”. Avere a che fare con un nemico, infatti, ci costringe a lavorare alle nostre prossime azioni, per aumentare le probabilità di batterlo. In questo senso diventa molto interessante il pensiero di Adam Kahane, esperto di gestione dei conflitti nonché autore del manuale “Usa il tuo nemico” , che si concentra per l’appunto sulle relazioni all’interno delle azienda. Su questo libro si può leggere che «Può capitare di dover collaborare con persone con cui non concordiamo, che non ci piacciono o di cui non ci fidiamo» ma che certe volte siamo noi a costruire o alimentare questa situazione. Più nello specifico Kahane parla della sindrome del nemico, un fenomeno che «domina i media ogni giorno: la gente identifica gli altri non solo come oppositori da sconfiggere, ma come nemici da distruggere. Considerare gli altri come nemici ci seduce perché è rassicurante: noi siamo a posto e non siamo responsabili per le difficoltà che stiamo affrontando. L’attribuzione agli altri del ruolo di nemici, che ci sembra emozionante e soddisfacente, perfino legittima ed eroica, di solito offusca anziché chiarire la realtà delle sfide che affrontiamo». Si capisce che quindi, prima di tutto, sarebbe bene fare un passo indietro, per analizzare in modo lucido la situazione: i nostri colleghi, nemmeno quelli con cui non andiamo d’accordo, difficilmente sono dei veri “nemici”. Quando ci si trova in situazioni di questo tipo, il primo step da fare per ridurre i conflitti e lo stress è quello di cambiare il nostro comportamento, per permettere dei tentativi di collaborazione efficace.
I colleghi con i quali ci si trova a dover lavorare
Ogni persona è differente, con approcci, pensieri e abitudini differenti. Non stupisce quindi il fatto di avere delle difficoltà nel collaborare con persone molto differenti da noi. Si potrebbe perfino arrivare a riconoscere degli “archetipi” di colleghi: semplificando molto, il fatto di riuscire a capire quelle che sono le caratteristiche tipiche delle varie persone ci può aiutare a rapportarci con loro nel modo giusto. Pensiamo per esempio al collega che, abitualmente, tende ad abbassare l’umore del gruppo, lamentandosi di continuo per le più differenti motivazioni. Rapportandosi con questa persona è bene cercare non tanto di rispondere a tono alle sue recriminazioni, né di condividere le sue lagnanze: sarebbe invece costruttivo iniziare a spostare il focus su altri temi, cercando magari di trasformare i suoi lamenti in consigli per il miglioramento. O ancora, c’è chi si trova a lavorare con chi tende sempre a divagare, a portare le discussioni su un altro livello, spesso su un piano intellettuale, così da rendere effettivamente difficile per il team capire non solo il suo pensiero, ma anche la sua posizione: in quel caso è necessario scorzarsi per riassumere e tradurre in termini concreti i suoi discorsi, per permettere alle sue idee di essere utili all’azienda. Ci sono poi i colleghi eccessivamente ansiosi, i pericolosi colleghi arrivisti, i colleghi incompetenti che però credono di non avere lacune, e via dicendo. In ogni caso è bene adottare un approccio differente, sapendo che non si tratta di “nemici”, quanto invece di persone che affrontano il lavoro in modo diverso, con pro e contro. In taluni casi noi stessi potremmo essere additati come il collega ansioso, lamentoso o arrivista!
Come andare d’accordo con i colleghi: consigli per ridurre i conflitti
Come si è visto, il primo passo da fare sarebbe sempre quello di “raffreddare” gli animi, per capire che i nostri colleghi non sono dei nemici. Il secondo step è poi quello di capire le peculiarità di ogni singolo collega. E poi? Vediamo dei consigli più generali per andare d’accordo con i colleghi in azienda:
- Imparare a ignorare certe esternazioni: spesso ci si trova a che fare con persone convinte di avere il lavoro più duro non solo del team, quanto dell’intera azienda o del mondo, e che non mancano di ripeterlo. O ci sono persone che gonfiano a dismisura le loro performance. In questi casi, di solito, l’unico modo per evitare il conflitto e non aumentare lo stress è ignorare queste esternazioni.
- Mai lasciarsi andare ai pettegolezzi: poche cose possono incrinare la serenità di un team quanto i pettegolezzi. Questo perché i pettegolezzi vanno in ogni direzione: alimentare il gossip vuol dire esserne vittima, per il semplice fatto che, una volta lasciato il gruppo di chiacchiericcio per tornare a lavoro, si sarà molto probabilmente a propria volta oggetto di gossip. Meglio quindi non dare ancora più forza al pettegolezzo, restandone fuori o cercando di depotenziare la portata di queste conversazioni.
- Apprezzare i risultati altrui: un ambiente di lavoro sereno, in cui i colleghi vanno d’accordo, è fatto da lavoratori gratificati. Ecco quindi che, quando un collega merita dei sinceri complimenti, questi devono essere fatti, per mostrare di apprezzare il suo lavoro e i suoi sforzi.